Guida per amare i tedeschi

La Germania aveva gli occhi verdi

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La Germania aveva gli occhi verdi

DOKTOR DOKTOR… CALCIO DI RIGORE

Non mi ricordo il nome, ma anni fa nella Bundesliga, la serie A germanica, giocava un portiere con tanto di laurea. E il commentatore tv non se ne dimenticava: «Ah, Doktor Maier respinge in calcio d’angolo». Maier, che non si chiamava così, si lasciava sfuggire la palla in rete. «Ah, Doktor Maier, non così, non così, Doktor…» Solo io straniero ci trovavo qualcosa di strano. Un Doktor è sempre un Doktor, qualunque cosa faccia. Doktor Jack the Ripper, magari Doktor Doktor, se ha due lauree. Noi italiani siamo tutti dottori, i tedeschi lo sono di meno ma intensamente. II loro titolo non equivale al nostro, è una via di mezzo tra la laurea italiana e la libera docenza, e le tesi vanno pubblicate, costituiscono un autentico lavoro di ricerca. In un anno le università non rilasciano più di 17mila titoli, pochi e ambiti.

Io sono Doktor, ma dato che mi sono laureato in legge e ciò non ha niente a che vedere con il mestiere che esercito, me ne dimentico. E faccio male. Sarei trattato meglio, ma non riesco a superare la barriera del pudore, e un vago senso di ridicolo.

La mia casa di Amburgo era affittata dal giornale e vi si erano succeduti i diversi corrispondenti. Il primo andava a cavallo, aveva i baffi ed era un Doktor Doktor. Il secondo era piccolo, ma calvo con gli occhiali e l’aria professorale. Il padrone di casa, che abitava al piano di sotto, gli concesse un solo Doktor. Io andavo in jeans e maglione, ed ero solo un Herr, seguito da un suono sempre diverso che presumevo fosse il mio cognome. Finché andai in vacanza e gli affidai la chiave della mia cassetta. Così scoprì il mio titolo. Mi accolse con aria desolata: «Herr Doktor», mi disse, «perché non ha mai detto di essere un Doktor, Herr Doktor?» e pronunciò il mio nome, alla perfezione.

Da noi basta sfoggiare una cravatta per conquistare il titolo. I tedeschi sono più seri: se non ce l’hanno fatta con gli studi cercano di comprarlo il titolo, e finiscono preda di truffatori. Un Doktor in scienze bibliche costa appena 199 marchi, uno più serio dell’Università di Quito in Perù arriva a 40mila e il titolo rilasciato da un ateneo della Florida, legale anche in Germania, arriva a 70mila. Doktor Miami Vice.

L’illegalità aumenta di anno in anno, denuncia il professor Kartmut Schiedermair, della Deutsche Hochschule Verband, l’associazione della scuola superiore: almeno 1500 dei 17mila titoli distribuiti ogni anno sono illegali (anche qui ci si fa scrivere la tesi da qualcuno compiacente e più competente). L’onorario, fino a 150mila marchi, viene spacciato come «spesa per la ricerca», ed è anche detraibile dalle tasse.

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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