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Una giovane donna di 30 anni

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Il Bundestag © il Deutsch-Italia
Il Bundestag © il Deutsch-Italia

Il 3 ottobre 1990 cinque nuovi Stati, per la precisione Meclemburgo-Pomerania Anteriore, Brandeburgo, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia furono uniti alla Repubblica federale tedesca. Il Muro era caduto il 9 novembre dell’anno prima e dal primo luglio di quell’anno la moneta dell’Est fu equiparata a quella dell’Ovest, con un tasso di cambio di 1 a 1. Uno sforzo economico senza precedenti dall’una e dall’altra parte (il marco dell’Est si svalutò in una notte del 350 per cento).

Tecnicamente non si trattò propriamente di un’unione, perché se così fosse stato si sarebbe dovuto rifare la Costituzione tedesca (la Verfassung der Bundesrepublik), pertanto si optò per una vera e propria annessione da parte della Germania dell’Ovest dei cinque Länder della Germania dell’Est e di Berlino Est. Il 2 dicembre si tennero le prime elezioni politiche della Germania riunificata, che videro il prevedibile trionfo del partito del Cancelliere Helmut Kohl, la CDU, con il 43,8 per cento dei voti. Il partito sfidante, la SPD, prese il 33,4 e la Fdp si fermò all’11.

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A 30 anni dalla Deutsche Wiedervereinigung, la Riunificazione tedesca per l’appunto, a governare la Germania c’è ancora il primo di quei tre partiti, anche se i protagonisti della vita politica del Paese sono cambiati. Ora leader della CDU è la “figlia” (che commise parricidio, politicamente parlando), del Cancelliere che riunificò la Germania, Angela Merkel, che è la regina della politica tedesca ininterrottamente dal 2005. La SPD, sua alleata, non naviga più in buone acque, mentre l’FDP, è oggi  all’opposizione.

La Germania è molto cambiata: i profughi, il terrorismo, l’allargamento delle forbice dello Stato sociale sono alcune delle componenti che ne hanno determinato e ne determinano le insicurezze. Soprattutto in quegli Stati che furono annessi poco più di un quarto di secolo fa. È così che, pian piano, nella parte più “povera” del Paese è salito il malcontento e un sentimento di perdita identitaria del popolo tedesco, che sono sfociate nel voto politico dato a partiti considerati “populisti” e con una forte componente di destra, ma che, evidentemente, meglio al momento interpretano il sentimento popolare di protesta. I fatti di Chemnitz di due anni fa ne sono una testimonianza palese.

Dresda

Quattro anni fa la Cancelliera Merkel e l’allora Presidente della Repubblica Joachim Gauck si recarono a Dresda, Capitale di uno di quei Stati “annessi”, la Sassonia, dove nel 2014 nacque il movimento “patriottico contro l’islamizzazione dell’Europa” Pegida (Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes), e dove pochi giorni prima erano esplosi due ordigni, che per fortuna non fecero vittime, ma solo danni. Uno, guarda caso, proprio davanti ad una moschea. E non è dunque un caso che qui l’AfD, Alternative für Deutschland, abbia fatto il pienone di voti alle ultime elezioni (così come nel Brandeburgo e si attende un risultato simile alla fine del mese in Turingia).

Il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha dichiarato: «L’Unione è ancora un cantiere non compiuto, che deve integrare alcune parti della sua architettura». I temi sul piatto della politica tedesca ed europea sono molti e molto complessi, soprattutto dopo il Covid-19, e quelli della riunificazione il popolo tedesco sembra viverli in modo quantomeno problematico.

In ogni caso facciamo i nostri migliori auguri all’intera nazione tedesca in questo giorno di festa comune.

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ARD tagesschau 3.10.1990 zum Tag der deutschen Einheit

© Youtube dvbfernsehen

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