Non si può dire che la Germania non sia un paese di appassionati di sport, non soltanto da salotto o da tv, ma anche praticanti. Non per nulla vanta la più grande federazione sportiva del mondo, il “Deutscher Fussball Bund – DFB”, cioè la Federcalcio, che ha oltre sette milioni di iscritti su una popolazione di circa 80milioni di abitanti. Il calcio, con la sua Bundesliga – il massimo campionato – vanta da anni presenze record di pubblico negli stadi. Molto seguiti sono anche volley, pallamano, basket, hockey su ghiaccio ed altri sport di squadra. Oltre a tutti quelli individuali, estivi e invernali. Fra questi ultimi anche specialità ancora poco popolari a Sud delle Alpi, come il biathlon o il salto con gli sci dal trampolino.
Non tutti in Italia sanno, però, che in Germania, ad onta di tanto interesse per le discipline agonistiche, non esistono quotidiani sportivi. Strano, soprattutto visto da un Paese come il nostro che ne vanta ben tre, di grandi tradizioni ed a diffusione nazionale: “La Gazzetta dello Sport”, “Il Corriere dello sport-Stadio” e “Tuttosport”. In Germania – e precisamente a Norimberga, non esattamente una metropoli, con una squadra di calcio dal nobile passato, ma attualmente in serie B – esce, però, il “Kicker” (anglicismo che in italiano significa: “calciatore”). Non un quotidiano, bensì un bisettimanale sportivo (in vendita il lunedì ed il giovedì) che il 14 luglio compirà i suoi 100 anni di vita. Anche se le attuali circostanze hanno già fatto slittare all’anno prossimo i festeggiamenti ufficiali.
Il “Kicker” è un’istituzione nella tradizione. A partire dalla sua impaginazione, più che tradizionale, che ricorda, soprattutto nell’edizione del giovedì, quella di un quotidiano, anche per la carta impiegata. Una veste grafica, salvo pochissime concessioni ai tempi, praticamente identica da sempre. Come identico da sempre è il tono dei suoi contenuti: niente “strilli”, niente polemiche, ma cronache precise e puntuali, opinioni autorevoli, servizi di ampio respiro, grandi interviste. In una parola: autorevolezza nell’informazione. Se lo scrive il “Kicker” è vero. Punto e basta. Superfluo comunque aggiungere che nei contenuti il calcio, anche solo in omaggio alla testata, fa la parte del leone, pur se gli altri sporti più importanti non vengono trascurati. «Noi facciamo servizi, analisi e commenti. Questo è il nostro stile», sottolinea orgoglioso Rainer Holzschuh, uno dei più autorevoli e conosciuti giornalisti sportivi tedeschi, che del “Kicker” è l’editore dal 2009, dopo esserne stato direttore dal 1988 ed avervi cominciato a scrivere addirittura nel 1971, quasi agli inizi della sua lunga carriera.
In un’intervista al giornale bavarese “Augsburger Allgemeine” ed alle sue testate locali, Holzschuh cerca di dare proprio una risposta alla domanda sulla mancanza di quotidiani sportivi nel panorama editoriale del suo paese:
«Diversi tentativi di case editrici in questa direzione sono falliti. Secondo me per più ragioni: in primo luogo il tifoso tedesco si informa attraverso la televisione e poi anche le pagine sportive dei quotidiani sono molto ampie». Soprattutto di quelli cosiddetti popolari, i tabloid, “Bild” in testa, ma anche testate (relativamente) minori, come quelle che escono in città importanti quali Colonia, Amburgo, Berlino, Monaco ed hanno una diffusione quantomeno regionale.
Ma il “Kicker” edita anche, ancora oggi ai tempi del digitale e di Wikipedia, il leggendario “Kicker Almanach”, la bibbia statistica del calcio tedesco, pubblicato come volumetto tascabile ogni anno ed è considerato ancora un compagno indispensabile per qualsiasi appassionato di calcio. Ed anche per gli addetti ai lavori, giornalisti in testa. Per non parlare delle edizioni speciali che escono puntualmente prima di ogni campionato o di Champion League. Così come l’edizione speciale che fa da anteprima al mondiale di F.1
In questi tempi di Coronavirus, con il calcio fermo anche in Germania e con prospettive più che incerte circa il prosieguo e la conclusione della stagione, bruscamente interrotta, anche il “Kicker” non se la passa benissimo. Nell’ultimo trimestre dello scorso anno le vendite in edicola o in abbonamento raggiungevano per l’edizione cartacea del lunedì i 114mila esemplari e l’edizione digitale si era attestata sui 21mila abbonamenti.
«Purtroppo anche noi combattiamo con una riduzione dell’edizione cartacea – riconosce Holzschuh – ma ci siamo concentrati già molto tempo fa anche sull’edizione online ed ora siamo anche in questo settore i primi sul mercato per quanto riguarda lo sport».
Quanto al futuro del calcio con o dopo il Coronavirus le previsioni del giornalista sono un misto tra speranza e diffidenza.
Intanto, almeno in Germania e rigorosamente a porte chiuse, il calcio professionistico riprende il suo cammino. Cosi hanno deciso governo federale, Länder, Lega e Federcalcio. E il “Kicker” continuerà a parlarne, anzi a scriverne, come sempre. Questo il commento di Rainer Holzschuh al nostro magazine: «Certo, come giornalista sportivo e amante del calcio sono contento che la Bundesliga tornerà a metà maggio. Finalmente di nuovo duelli, giocate artistiche con la palla, emozioni e gol meravigliosi! Tuttavia, temo che non tutti i professionisti e il loro ambiente abbiano imparato dal disastro di Kalou all’Hertha di Berlino (il giocatore ha “postato” immagini dello spogliatoio non proprio conformi al momento, ed è stato comunque sospeso dalla squadra, n.d.r.) e riconoscano l’assoluta necessità di seguire tutti i severi requisiti di sicurezza. C’è un gran numero di persone con i piedi per terra e ragionevoli, ma sfortunatamente ci sono sempre “stelle” cui successo e denaro hanno dato alla testa e che, nonostante le vigorose lezioni, non hanno alcun senso di responsabilità. Questo può portare a una severa ricaduta all’indietro».
Di una cosa è certo, Holzschuh: «Credo che noi ci saremo anche tra 20 anni e che potremo festeggiare anche il nostro 120º compleanno». Auguri “Kicker”, la… “Gazzetta” della Germania.
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