Anche se la pandemia ci ha ancora in ostaggio, pensiamo sia necessario – ora più che mai – continuare a parlare della nostra Bella Italia. E oggi lo facciamo con il Molise, una regione che all’estero è ancora, troppo spesso, sconosciuta, a torto.
Fermarsi all’improvviso sul ciglio della strada ad ammirare colline e monti che si alternano a perdita d’occhio senza creare alcun problema al traffico: questo capita ancora oggi in Molise, una regione in cui le strade sono poco frequentate, i paesaggi antichi e dove a scandire il passare del tempo sembrano essere soltanto le ombre delle alture. Qui, dove si conosce ancora l’importanza dei tratturi, una natura quasi selvaggia accompagna la scoperta di località sorprendenti. Una di queste è la zona archeologia di Altilia-Saepinum poco lontana dal confine con la Puglia.
Si parcheggia in uno spiazzo di fronte a un locale lungo la strada. Bastano pochi passi per passare sotto un’antica porta e trovarsi in un grande areale curato e semideserto: qui si ergeva l’antica città romana di Saepinum – costruita non lontano da un sito sannitico conquistato dai Romani durante la Terza guerra sannitica nel 293 a. C.. Per prima cosa ammiriamo la scena di un anfiteatro incorniciata da edifici rurali perfettamente restaurati, poi passeggiando sul decumano arriviamo alla zona del foro e della basilica con le sue magnifiche colonne in stile dorico. A ragione qualcuno definisce questo gioiello “una piccola Pompei”.
Verso sera ci perdiamo tra i vicoli tutti in salita della città alta di Campobasso, il capoluogo di regione. Passando davanti ad antiche chiese, come quella romanica di San Bartolomeo, ci arrampichiamo sulla collina fino al merlato castello Monforte di età longobarda, da dove si gode uno splendido tramonto sulle colline circostanti. A cena ci infiliamo in una tipica trattoria a gustare un menù a base di specialità regionali e con prodotti squisitamente locali.
Nell’Alto Molise
Il nostro viaggio prosegue su strade che si arrampicano sui cucuzzoli di montagne a volte decorate da strabilianti formazioni rocciose. A Pietrabbondante, per esempio, enormi massi, chiamati Morge, fanno da cornice a vedute che paiono essere state ritagliate da un presepio. Proseguendo alla scoperta di questa regione ci fermiamo ad Agnone a visitare il museo storico della campana attiguo alla Pontificia Fonderia di Campane Marinelli. A farci da guida in quest’azienda a conduzione famigliare, conosciuta anche oltreoceano e oggi alla 26esima generazione, è Pasquale Marinelli che ci mostra dove si costruiscono e si decorano le campane. A svelarci i segreti dell’arte campanaria nel museo è invece il maestro campanaro Antonio Delli Quadri. In tedesco, perché in gioventù aveva trascorso qualche anno in Germania a studiare la tecnica campanaria, ci spiega l’anima delle campane e ci dedica un emozionante “Inno alla gioia” suonando le “sue” campane.
Ci inoltriamo sempre più in alto, dove l’aria si fa frizzantina e la vista è tersa. Anche i colori appaiono più forti ed è una delizia per gli occhi guardare i balconi adornati di gerani di piccole località quasi sperdute. La natura con i suoi silenzi ci accompagna durante il viaggio fino a Capracotta, una località montana a oltre 1.400 metri di altitudine che in inverno si trasforma in stazione sciistica. Una passeggiata per la via principale del paese ci porta fino alla chiesa bianca e a un belvedere mozzafiato.
In questa zona interi borghi si sono spopolati negli ultimi decenni: alcuni, come quello di Borgotufi, sono stati recuperati e trasformati in deliziosi alberghi diffusi.
Non potevamo lasciare il Molise senza dedicare un po’ di tempo a Isernia. A lungo sostiamo di fronte alla splendida Fontana Fraterna con le sue sei cannelle incorniciate da una struttura in pietra con sei leggiadri archi e capitelli. Qui gli isernini si fermano ancora oggi a bere: quale più bel simbolo per questa città antichissima in cui si trova l’insediamento paleolitico più antico d’Europa?
Nell’estate 2020 il Molise, tradizionalmente tra le mete meno turistiche d’Italia, ha visto raddoppiare le presenze dei visitatori italiani: sarebbe ora che anche i turisti d’oltralpe scoprissero questa piccola regione italiana, davvero sorprendente.
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