Un esempio opposto. A suo tempo, Helmut Schmidt in un’intervista a «Der Spiegel» confidò che «avrebbe saputo quali consigli darci, ma gli italiani sono troppo suscettibili», e quindi stette zitto. Subito dopa arrivò a Bonn il nostro Guido Carli e gli domandai se anche lui era suscettibile tanto da non ascoltare il padrone di casa, Schmidt, soprannominato Die Schnauze, «il grugno», anche dai suoi compagni di partito.
Venni immediatamente interrotto dal nostro ambasciatore che mi rimproverò di non aver tradotto «bene» il settimanale. Fu lo stesso Carli a intervenire in mia difesa: la traduzione era corretta, e lui i consigli li prendeva e anche li dava. Carli era un’eccezione, anche perché parlava tedesco. Di solito noi in Italia preferiamo giocare con le parole, piuttosto che affrontare la realtà di petto.
Schmidt e i tedeschi come lui preferiscono dire la verità a brutto muso, senza paura di passare per scorbutici o antipatici. Poi sono pronti ad agire di conseguenza. E il Cancelliere ci tese la mano con un prestito colossale che ci permise di superare uno dei tanti periodici momenti drammatici.
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