Scenari

Riparare fa bene. Soprattutto all’ambiente

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Repair_CafeDalla patria della “solidità indistruttibile” un’iniziativa – che per la verità non è solo tedesca – per combattere lo spreco e promuovere il riuso di apparecchi elettronici di uso quotidiano: si chiamanoRepair Café, locali pubblici in cui è possibile, gratuitamente, dare seconda vita a un oggetto di uso quotidiano (elettrico soprattutto, ma anche biciclette e piccoli arredi). In nord Europa iniziative simili hanno preso piede già da qualche anno e soprattutto in Germania e Olanda la cosa piace, con oltre 1000 negozi aperti negli ultimi anni secondo l’Agenzia europea per l’ambiente (di cui circa 500 in Germania) .

Di cosa si tratta? Di un’attività semplice, alla portata di tutti, in cui si incentivano i cittadini a portare in questi Caffè il proprio elettrodomestico (dal telefonino al frullatore al phon) per insegnare piccoli trucchi di riparazione insieme a esperti elettricisti, riparatori ed evitare così di gettare via dopo poco tempo un elettrodomestico. Solitamente si paga solo se per l’intervento si rende necessaria la sostituzione di un pezzo.

Lavatrice-vintageChe l’aspettativa di vita di un frigorifero o un televisore sia effettivamente più bassa lo ha dimostrato recentemente uno studio, sempre tedesco, dell’Università di Aalen, il quale ha valutato che, “se una lavatrice negli anni Novanta aveva una vita media di almeno 12 anni, oggi è costruita per durarne 3”. Si chiamaObsolescenza programmata” e la ricaduta di questo metodo di costruzione degli apparecchi elettronici per il pubblico riguarda soprattutto il nostro portafogli. Perché se le batterie di un gioco per bambini non possono essere cambiate, oppure se si preferisce la plastica ad altri materiali più resistenti per le componenti di assemblaggio, oppure se le aziende costruttrici non mettono sul mercato i ricambi… allora tanto vale fare un nuovo acquisto.

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Elettrodomestici e ambiente

La diffusione dei Repair Café, oltre che avvicinare i consumatori a scelte volte al risparmio, è in secondo luogo una risposta spontanea al problema delle ricadute sull’ambiente da insostenibilità di produzione, uso e smaltimento degli apparecchi elettronici. Sempre l’Agenzia europea per l’ambiente ha approfondito i tre momenti dannosi per il pianeta di una massiccia produzione di prodotti elettronici. In fase di costruzione, innanzitutto. L’estrazione di materiali rari per le componenti piccole avviene in zone del mondo da cui l’Europa può importare fino al 100% (com’è nel caso del cobalto, del platino o del coltan) andando a esaurire rapidamente giacimenti preziosi e sfruttando le politiche a dir poco “fragili” a tutela dei lavori nei Paesi del mondo in cui questi materiali sono presenti.

Anche l’uso, come ribadito massiccio, degli elettrodomestici ha delle conseguenze su cui riflettere. Pile of smart phonesLa comparsa di nuovi prodotti aumenta notevolmente il numero di dispositivi elettrici ed elettronici privati: il consumo elettrico per famiglie stimato dall’Aea è aumentato del 39 per cento dal 1990 a oggi.

La moda fa la sua parte. E la parte da leone. Le tendenze e il design determinano le nostre scelte soprattutto per gli apparecchi legati alla comunicazione (cellulari, tablet, telecamere e macchine fotografiche compatte). La durata media di un telefonino – ad esempio – è stimata di 18 mesi, tempo inferiore rispetto alla sua durata tecnica.

C’è poi tutto il problema degli smaltimenti. Verso cui i Repair Café sono già una piccola, ma luminosa risposta. Una mole massiccia, in tonnellate, di metalli e materiali di difficile differenziazione rende costoso il riuso di molte parti dei nostri elettrodomestici, che contengono elementi inquinanti. Come il bifenile, presente in molti apparecchi elettronici è velenoso e accumulandosi in discariche contamina le specie alla base della catena alimentare, com’è stato rilevato anche dal Ministero Italiano per la Salute.

E allora che fare? Le iniziative più interessanti sono prese dai movimenti che tutelano l’ambiente. I Repair Café sono un esempio, ma le sfide sono numerose. Le associazioni sono diverse, come la Netzwerk Reparatur Initiativen. In Finlandia i consumatori sono informati prima dell’acquisto sulla durata dei prodotti, si lavora all’estensione dei periodi di garanzia. In Norvegia esistono veri e propri centri di riciclo e riuso dove chi porta un elettrodomestico vecchio sa che questo verrà smontato e le sue parti convertite per nuovi scopi. In Austria si pianifica un documento che classifichi gli standard di qualità dei prodotti di seconda mano.

E in Italia? Frigoriferi e lavapiatti ancora spesso oggi giacciono al ciglio di qualche strada poco illuminata, attendendo che una seconda vita arrivi grazie a un miracolo… magari davanti a qualche caffetteria, perché di Repair Café, qui, non se ne vedono.

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Ecco cos’è un Repair Café

© Youtube HEi – Haus der Eigenarbeit München

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1 Comment

  1. È il calcolo fatto per fissare il prezzo di un prodotto che porta ai problemi di cui si parla.
    Se per fissare il prezzo si tenesse conto di tutti i processi che avvengono nelka vita di un prodotto, soprattutto i costi ambientali per produrlo e smaltirlo certi prodotti perlomeno non sarebbero cosi diffusi o cambiati a cuor leggero.
    Per capire la vita media di un prodotto basrerebbe guardare quanto costa la garanzia aggiuntiva. La sua durata darebbe un\’idea sulla durata prevista del prodotti.

    Saluti Corrado

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