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L’Oktoberfest vinta dal Coronavirus

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Oktoberfest cancellata © il Deutsch-Italia
Oktoberfest cancellata © il Deutsch-Italia
La prima pagina della "Bild Zeitung"

La prima pagina della “Bild Zeitung”

Agli abitanti di Monaco di Baviera, quelli veraci, potete togliere tutto, anche una possibile finale di Champions League del Bayern, meno una cosa: l’Oktoberfest. Invece è proprio quello che succederà, almeno quest’ano: dopo l’anticipazione della “Bild” è arrivata la conferma ufficiale da parte del Primo ministro della Baviera, Marcus Söder e del sindaco di Monaco, Dieter Reiter. Ma è ormai quasi scontato che a causa della perdurante situazione della diffusione del Coronavirus in Germania e delle incertezze sulle estensioni delle misure per il suo contenimento, la più grande festa popolare del mondo, in programma quest’anno dal 19 settembre al 4 ottobre non si terrà. Non sarà comunque la prima volta, dalla leggendaria edizione del 1810. In totale per 24 edizioni l’Oktoberfest non si è tenuta.

La pausa più lunga fu a causa della seconda guerra mondiale, ma già altre due volte era stata un’epidemia a decretarne l’annullamento. Nel 1854 quella di colera, che fece 3.000 morti nella sola Monaco e otre 7.300 in tutta la Baviera. Nel 1873 fu ancora il colera ad impedirla. Ma era dal 1948 che la grande festa si è celebrata senza interruzioni.

Markus Söder

Markus Söder

Lo stesso primo ministro della Baviera, Markus Söder ha parlato di decisione molto dolorosa aggiungendo “Purtroppo questo non è un anno come gli altri. Non si poteva attendere oltre per prendere questa amara decisione, perché i lavori di allestimento dei 14 grandi tendoni delle più note birrerie e dei 15 tendoni più piccoli di altri tradizionali operatori gastronimici, capaci di un totale di 120 mila posti a sedere, nonché le attrezzature dell’enorme del lunapark, sui 35 ettari del grande Theresienwiese, l’enorme prato al centro della città dove la festa ha la sua tradizionale sede, implicano di norma dieci settimane di lavoro.

Neppure l’idea – francamente un po’ strampalata – di alcuni dei tradizionali partecipanti alla festa di limitare quest’anno l’acceso ai soli bavaresi, ha fatto breccia: impossibile contingentare una manifestazione che ormai da decenni si è stabilità su un numero di visitatori oscillante tra i sei e i sette milioni (7,1 il record del 1985, 6,3 nella scorsa edizione), due milioni dei quali provenienti da tutto il mondo. “O tutta o niente”, ha tagliato corto il sindaco Reiter, aggiungendo: “il rischio è semplicemente troppo alto per pensare ad eventuali eccezioni”.

Per la manifestazione il danno economico sarà enorme: fosse soltanto per il mancato fatturato soltanto per quanto riguarda i tendoni: circa 300milioni di euro, solo in parte provenienti dal consumo di quasi 7milioni di litri di birra. Rigorosamente serviti in boccali da un litro (teorico, la percentuale di schiuma è sempre notevole) per annaffiare copiosamente qualcosa come stinchi, costate, braciole, bistecche forniti da 24 buoi e 30 vitelli. Per non parlare di polli e maiali sacrificati nelle varie prelibatezze locali, a partire da salsicciotti di varie forme e gusto in testa. E che dire dei Bretzeln, i caratteristici pani attorcigliati e croccanti? Notevole anche la mazzata che piomberà sui lavoratori: lo scorso anno furono impiegate oltre 8mila persone con contratti fissi ed altri 5mila con rapporti temporanei. Un grave sacrificio economico per tutti, a cominciare dalle mitiche cameriere in costume bavarese capaci di sollevare un numero impressionante di boccali di birra contemporaneamente.

Soprattutto per Monaco e dintorni il danno economico sarà enorme. Una perdita stimata in oltre 1miliardo e 300mila euro, in particolare nel settore del turismo. A farne le spese saranno gli alberghi, i campeggi, i ristoranti, le birrerie dove comunque si affollano numerosi i turisti anche oltre la tradizionale visita all’Oktoberfest.

E non ci saranno, tra i visitatori abituali, soprattutto gli italiani: quelli che a decine di migliaia varcavano il Brennero, su una sequela ininterrotta di camper o di pullman, soprattutto nel secondo fine settimana della manifestazione, ribattezzato per questo “il week end degli italiani”.

“L’annullamento ci colpisce tutti in modo assai duro – ha commentato il portavoce dei gestori dei tendoni, Peter Inselkammer – ma non solo per l’aspetto finanziario. L’Oktoberfest è per tutti soprattutto una questione di cuore”.

L’Oktoberfest non sarà l’unica grossa festa popolare bavarese a saltare, quest’anno, per colpa del Coronavirus: è già stato annullato il tradizionale torneo cavallerizzo medievale di Keltenberg, sono stati cancellati i “Passionspiele” (le rappresentazioni della passione di Cristo)  di Oberammergau, e non si terrà, tra le altre, neppure  il “Gillamoos” di Abensberg, uno delle più antiche fiere-mercato tedesche, risalente al 1500.

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nato a Perugia nel 1948 ha la Germania come sua seconda Patria. Oltre a quella italiana, possiede anche la cittadinanza tedesca. Proprio in Germania, nella redazione italiana del Deutschlanfunk di Colonia (radio nazionale tedesca) è decollata la sua lunga carriera di giornalista professionista. Dopo essere stato capo ufficio stampa del Gruppo Fiat a Francoforte ed a Londra e successivamente dell’Italdesign-Giugiaro di Moncalieri (Torino), dal 1999 è tornato a vivere stabilmente in Germania, Ė stato a lungo corrispondente della Gazzetta dello Sport, per la quale, oltre ad occuparsi di calcio, ha seguito regolarmente la F.1 su tutti i circuiti del mondo. Attualmente collabora con varie testate italiane.

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