Non solo il nuovo aeroporto a Berlino, costato quattro volte il previsto, e inaugurato in ritardo d’una decina d’anni. Nella Capitale hanno stabilito il record dell’autostrada più cara al mondo. Quando mi chiedono come sia possibile, spiego che i prussiani lo fanno apposta per consolarci: sono come noi, nessuno è perfetto. A chiamare la metropoli Berlineapel, sono loro, ed è sottointeso che Berlino è un caso a sé, diversa dal resto della Germania. Non è vero neanche questo. Devo precisare che da palermitano non ho alcun pregiudizio contro i napoletani, anche se per Goethe il Monte Pellegrino era il più bello al mondo.
La A100, l’autostrada urbana non è completata, non sarà la più costosa al mondo, forse la Napoli-Reggio Calabria detiene il record, di sicuro sarà la più cara Autobahn della Germania. L’ultimo tratto, lungo sette chilometri che collegherà il quartiere di Neukölln al Treptower Park, che un tempo appartenevano a Berlino Est, costerà almeno un miliardo di euro, contro i 740milioni previsti. Quanto fa al metro? Il conto sarebbe lievitato a causa dei ritardi per il Covid, ormai diventato un alibi per ogni magagna, errore, e pigrizia. I lavori durano da otto anni.
Non basta. Secondo gli esperti del traffico, la A100 non servirebbe, le autostrade non eliminano il traffico, ma lo creano. I Verdi non sanno che fare: le auto e i camion inquinano, di nuove autostrade in Germania non ci sarebbe bisogno, e i nuovi tratti distruggono le foreste. I 13mila chilometri esistenti non bastano? Ma l’auto e le Autobahnen sono amate dai tedeschi, ed è un tabù anche introdurre un pedaggio, come nei Paesi vicini, dall’Austria alla Svizzera alla Francia, per non parlare dell’Italia.
E sono contro il limite di velocità, altro simbolo di libertà, ormai illusorio. Tra Berlino e Francoforte, come tra Roma e Milano, su oltre 500 chilometri i tratti liberi sono un’ottantina, sugli altri la velocità è regolata, e rigorosamente controllata dai radar. Comunque, sulla A100 non si devono superare gli 80 all’ora. Io ho stabilito a mia volta un record, una multa per eccesso di velocità, andavo a 33 invece che a 30 sulla rampa d’uscita dal “Ring”. Ho pagato dieci euro.
Il traffico è aumentato dopo la caduta dell’impero sovietico, migliaia di autotreni ogni giorno percorrono le tratte Est-Ovest, le autostrade costruite in fretta dopo la riunificazione, al posto di quelle comuniste in cemento, dopo meno di trent’anni vanno rifatte. I tedeschi perdono 521mila ore all’anno nelle Stau, le code sulle Autobahnen, e il record è sempre di una Stau di 110 chilometri da Monaco verso Kufstein, il confine con l’Austria, creata da turisti diretti verso l’Adriatico. Chi vi si trovò imbottigliato se ne vanta, come un titolo di merito.
A Berlino i Verdi sono fondamentalisti, vorrebbero che entro dieci anni la Capitale diventasse Autofree, riservata ai ciclisti e ai monopattini. A Pentecoste, il Ferragosto tedesco, migliaia di berlinesi hanno dimostrato contro il prolungamento della A100. Ma come rinunciare all’ultimo segmento? Che senso avrebbe un’autostrada a cui manca un pezzo? I Socialdemocratici, alleati dei Verdi nella giunta municipale. per non decidere propongono un referendum, tanto poi non si tiene conto della decisione popolare, come è avvenuto per il vecchio aeroporto di Tegel. La maggioranza voleva tenerlo in funzione, ed è stato chiuso. Per il Bund, la federazione, che alla fine paga il conto, l’autostrada deve essere completata, costi quel che costi.
La proposta più saggia sarebbe di imitare Vienna, l’abbonamento annuo sui mezzi pubblici è stato ridotto alla metà, 365 euro all’anno. A Berlino costa più di 800 euro. I passeggeri a Vienna sono aumentati di 60milioni, e 1,9milioni di viennesi possiedono un abbonamento. Ma per i prussiani sarebbe un’umiliazione copiare dagli austriaci pertanto per il momento il Senato ha bocciato la proposta.
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