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Le pin-up della guerra

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Le pin-up della guerra
Le pin-up della guerra
 Lancio da Peenemünde © Bundesarkiv-B-RH8II-Bild-B0791-42-BSM © CC-BY-SA-3.0

Lancio da Peenemünde © Bundesarkiv-B-RH8II-Bild-B0791-42-BSM © CC-BY-SA-3.0

Perché sulle macchine da guerra vengono da sempre dipinte immagini femminili? Come un esorcismo, o per dileggiare il nemico, sconfitto, ucciso da una donna, un essere più debole? O gli uomini mentre uccidono e muoiono sognano la pace, l’amore, la madre, la moglie, l’amante? Ognuno ha la sua risposta, forse hanno tutti ragione.

Il 3 ottobre del 1942, da Peenemünde venne lanciata come prova la prima V2, la bomba volante, l’arma segreta di Hitler, che avrebbe dovuto costringere alla resa la Gran Bretagna. Raggiunse 84,5 chilometri di quota, e sulla punta vi era dipinta una donnina nuda seduta su uno spicchio di luna. La V2 era un’invenzione di Werner von Braun (1912-1977). Nel 1945, gli americani furono i primi a catturarlo, gli diedero la cittadinanza, e dopo 24 anni, il Saturn V, il razzo di Von Braun portò l’uomo sulla Luna.

L’Enola Gay

All’Historisch-Technische Museum di Peenemünde è stata aperta la mostra “Kunst und Waffen. Das militärische Ritual der Raketenverzierung”, arte e armi- il rituale militare dell’ornamento dei razzi, che resterà aperta fino al 31 marzo del 2022. Con i disegni delle V2, e delle successive versioni, e le foto storiche sono esposte anche i disegni erotici che adornavano i missili. Non era una perversione o mania esclusiva dei nazisti. Il pilota Paul Tibbets aveva 30 anni nell’agosto del ‘45 quando sganciò l’atomica su Hiroshima, e battezzò il suo B29 “Enola Gay”, il nome della madre. L’anno dopo la bomba atomica lanciata sull’atollo di Bikini fu chiamata Gilda, e portava la foto di Rita Hayworth. Sugli scudi nell’antichità veniva scolpita la testa di Medusa, che è sempre una donna. Sulle prore dei vascelli dei pirati la polena era sempre una donna, una sirena o una santa. Figure femminili erano dipinte sui carri armati nella Grande Guerra, sugli U Boote, e sulle carlinghe dei primi aerei.

Una V2 a Peenemünde © CC BY-SA 3.0 AElfwine WC

Una V2 a Peenemünde © CC BY-SA 3.0 AElfwine WC

La V2 era per il Führer una Vergeltungswaffe, un’arma di rappresaglia, che aveva come bersaglio la popolazione di Londra, e delle altre città britanniche. Mai prima nella storia in un conflitto erano stai coinvolti i civili. Donne, bambini, anziani erano vittime o prede, ma a combattere erano uomini contro uomini. Sulle bombe volanti vennero dipinte immagini erotiche, come si vede alla mostra, o un Churchill ubriaco, e su un’altra una coccinella. I documenti sono curati dallo storico militare canadese Clarence Simonsen, che ha riprodotto i motivi. I nazisti non improvvisavano, i disegni non erano lasciati ai tecnici e ai soldati, ma creati da un grafico di talento, Gerd de Beck. In tutto Simonsen ne ha ritrovati 35, e li ha donati al museo di Peenemünde. Lo storico non spiega perché pin-up in pose lascive dovessero ingentilire l’arma più distruttiva del tempo. È una antica tradizione militare, si limita a ricordare. Ma nelle fusoliere dei caccia e dei bombardieri spesso venivano dipinte fiere, leoni o tigri.

In realtà, le pin-up non erano approvate dai comandi militari nazisti. E forse Adolf Hitler non venne mai a sapere come venissero profanate le sue armi del futuro. La donnina su una falce di luna è la prova che gli scienziati e i tecnici a Peenemünde erano un mondo a parte. Ideavano armi mortali, ma non volevano sentirsi complici e colpevoli.

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© per gentile concessione di ItaliaOggi

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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