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Liliana Segre: un testimone passato a tutti noi

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Liliana Segre © Silvana Greco per il Deutsch-Italia
Liliana Segre © Silvana Greco per il Deutsch-Italia
© Silvana Greco per il Deutsch-Italia

© Silvana Greco per il Deutsch-Italia

“Grazie Liliana!” Così è stata intitolata l’ultima testimonianza pubblica alle giovani generazioni di Liliana Segre, senatrice a vita e sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti di Auschwitz, Ravensbrück, Jugendlager e Malchow. L’evento si è svolto nella “Cittadella della Pace”, a pochi chilometri da Arezzo. La cornice è quella di Rondine, un meraviglioso borgo medievale immerso nella riserva naturale di Ponte Buriano, sulla riva destra dell’Arno.

Accompagnata dal figlio Alberto Belli Paci, circondata dai ragazzi delle scuole e alla presenza delle massime autorità dello Stato, Liliana Segre, ha aperto la giornata con l’inaugurazione del “Giardino di Janine”, simboleggiato dall’ombra di un cancello proiettata sulla pietra. Sarà un grande spazio naturale eco-sostenibile di aggregazione per i giovani, destinato alla memoria come antidoto contro l’indifferenza. Il luogo è intitolato a Janine, una graziosa francese dai dolci occhi cerulei, con la quale Liliana Segre lavorava quotidianamente ad Auschwitz, nella fabbrica di munizioni Weichsel-Union-Metallwerke. Questo spazio è una sorta di riparazione postuma per un lancinante rimpianto della Segre, quello di non avere salutato per un’ultima volta Janine, quando questa non passò la terribile selezione davanti ai tre ufficiali nazisti, e fu condotta nelle camere a gas.

Nel grande tendone all’aperto, l’incontro con i giovani è stato condotto da Ferruccio de Bortoli, editorialista del Corriere, molto spesso a fianco di Liliana Segre in questi trent’anni di testimonianza.

© Silvana Greco per il Deutsch-Italia

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Franco Vaccari, Fondatore e Presidente di Rondine Cittadella della Pace, ha ricordato come l’idea dell’associazione, che fu condivisa già allora con Liliana Segre, sia nata nel 1988. L’intenzione era di creare un luogo dove superare odio e inimicizia, attraverso la decostruzione sociale e culturale del nemico. In questo modo, tra le colline toscane, si volevano trasmettere i valori della pace e della comunanza tra popoli.

Nel suo saluto, Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato della Repubblica, ha voluto sottolineare che Liliana Segre rappresenta oggi per tutti noi una leadership femminile, esemplare per coraggio e impegno civile. Roberto Fico, Presidente della Camera dei Deputati, ci ha ricordato come la Costituzione italiana sia nata all’indomani della Seconda guerra mondiale, in contrapposizione al regime fascista, e ha sottolineato la responsabilità che tutti noi abbiamo nel realizzare i valori della democrazia e libertà. Infine, Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri, ha affermato di essere venuto non per parlare, ma per ascoltare una testimonianza irripetibile.

Auschwitz-Birkenau

Auschwitz-Birkenau

Quando Liliana Segre ha preso la parola è calato un silenzio profondo, intenso. Liliana ha raccontato, con la sua abituale lucidità, gli anni terribili della discriminazione e della persecuzione, dalle leggi razziali del 1938 fino alla deportazione ad Auschwitz. Davanti ai nostri occhi si è materializzato, ancora una volta, il binario 21 della stazione centrale di Milano, da cui la Segre fu deportata e dove, anche grazie ai suoi sforzi, è stato oggi allestito il Memoriale della Shoah.

Il suo intervento, che ha suscitato una grande commozione, è terminato con l’auspicio ai giovani di tenere alta la memoria e di impedire gli orrori del passato. Dal silenzio, teso e partecipe, si è passati infine, tutti in piedi, a un lungo, emozionato applauso.

Sebbene la partecipazione del pubblico fosse necessariamente limitata, a causa delle restrizioni sanitarie, il commiato di Liliana ha trovato un’ampia ricezione non solo in Italia. La Rai lo ha diffuso in streaming a tutte le scuole italiane. In Germania è stato promosso sui social media dell’Ambasciata d’Italia a Berlino per gli italiani residenti all’estero, nelle scuole italo-tedesche Einstein-Gymnasium e Finow Straalichen Europa-Schule Berlin (SEBS) nonché sui social media dell’Istituto di Giudaistica della Freie Universität Berlin.

Con questa ultima tappa, Liliana ha portato a compimento il suo drammatico percorso di testimone della Shoah. Dalla discriminazione fascista e dall’orrore del campo di concentramento, questa donna forte e combattiva ha saputo risalire verso gli affetti familiari, il ruolo sociale, il riconoscimento pubblico. È bello che dal Lager, negazione dell’umanità, la senatrice sia giunta infine all’utopia di un luogo aperto ai giovani e alla convivenza di pace. La testimonianza, e l’impegno, spettano ora a tutti noi

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docente di sociologia del giudaismo presso la Freie Universität Berlin. (https://www.silvanagreco.eu/)

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