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Hölderlin e Susette: quell’amore proibito destinato a sopravvivere in un epistolario

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Friedrich Hölderlin Pastello 1792 - FK Hiemer

Friedrich Hölderlin Pastello 1792 – FK Hiemer

“C’è un essere al mondo presso il quale il mio spirito può e potrà indugiare millenni”. Quell’essere, per Friedrich Hölderlin, era Susette Gontard, madre del giovane Henry, cui Hölderlin ebbe la ventura di fare da precettore. Così nacque una delle storie d’amore più toccanti della letteratura di tutti i tempi. E che l’inquieto poeta immortalò nell’opera Hyperion oder der Eremit in Griecheland.

In questo romanzo epistolare Iperione racconta all’amico Bellarmino le proprie esperienze di viaggio prima in Grecia e poi in Germania, inviandogli anche lettere private indirizzate all’amata Diotima di Mantinea, incarnazione della Bellezza.

Hölderlin Hyperion 1911

Hölderlin Hyperion 1911

In realtà dietro la figura e lo pseudonimo di Diotima, si cela la scrittrice Susette von Gontard, sposata al banchiere di Francoforte Jacob Friedrich Gontard, suo datore di lavoro. Situazione a dir poco imbarazzante per il giovane poeta che aveva già avuto precedenti poco onorevoli – sempre in veste di precettore – in un’altra nobile dimora, quella dei baroni von Kalb a Waltershausen, dove avrebbe avuto una liaison con la giovane dama di compagnia della baronessa Charlotte. Relazione dalla quale nacque un bimbo che purtroppo non sopravvisse. Alla fine di maggio 1795 Hölderlin – la cui presenza non era più gradita ai due coniugi, lascia improvvisamente Jena tornando nella casa materna di Nürtingen.

La storia si ripete con i Gontard, quando i rumors sulla relazione clandestina questa volta con la stessa padrona di casa, si fanno troppo insistenti. La donna precipita in un baratro di disperazione. Il poeta ripara ad Amburgo da dove il legame con Susette viene mantenuto in vita da una fitta corrispondenza che proseguirà fino all’aprile del 1802.

Lettere d'amore © Mondadori editore

Lettere d’amore © Mondadori editore

Un epistolario denso di sentimento e di rimpianti che lo studioso Luigi Reitani ha raccolto – nella traduzione di Adele Netti e Andreina Lavagetto – nel bel volumetto “Lettere d’amore”(128 pp., 10 euro).

Il libro – edito da Mondadori nella collana Classici e fresco di stampa – è strutturato in quattro parti essenziali: l’ampia introduzione del curatore è di per sé un saggio a tutti gli effetti che nel ripercorrere la storia dell’amore proibito tra i due giovani poeti, affianca al testo, snello ed accattivante nello stile tipico di Reitani – immagini e documenti messi a disposizione dalla Württembergische Landesbibliothek di Stoccarda.

Seguono, all’introduzione, le Lettere d’Amore. Quelle di Susette a Friedrich, quelle di Friedrich a Susette e le sette missive che la Gontard inviò all’amica del cuore, l’educatrice bernese Marie Rätzer-Rüdt. Von Collenberg.

Per il suo curatore Luigi Reitani, noto germanista e critico letterario, ordinario di Letteratura Tedesca all’Università di Udine (che è stato anche direttore dell’Istituto di Cultura Italiana a Berlino tra il 2015 e il 2019), non è questa la prima opera dedicata alla figura di Hölderlin alla quale lo scrittore si appassionò già venti anni fa con il testo Tutte le liriche di Friedrich Hölderlin (“Meridiani” Mondadori, 2001) lavoro per il quale nel 2002 riceve il premio Mondello per la traduzione letteraria.

HölderlinturmTübingen © CC BY-SA 2.0 Thomgoe WC

HölderlinturmTübingen © CC BY-SA 2.0 Thomgoe WC

Più recentemente, lo scorso anno – in concomitanza delle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita del poeta di Lauffen an Neckar – il docente foggiano aveva pubblicato per i tipi della Marsilio Editore il testo “Geografia dell’altrove – Studi su Hölderlin” dove l’autore indaga con rigore filologico ed il consueto amore per il dettaglio il sentimento di lacerazione ed estraneità del poeta tedesco, una condizione che si traduce continuamente nella nostalgia di un altrove. Quella nostalgia che finì per allontanarlo anche dal suo amore più grande.

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