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Ludwig, Canova e il “Fauno”

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Canova eterna bellezza © il Deutsch-Italia
Canova eterna bellezza © il Deutsch-Italia
Ludwig II

Ludwig II

«Voglio essere io il fondatore di una collezione di antiche opere di scultura». Con questa dichiarazione del futuro re Ludovico II di Baviera ebbe inizio la storia della Gliptoteca di Monaco, uno dei più famosi musei di arte classica tedeschi. Il sovrano non solo si occupò personalmente dell’acquisto di opere antiche, ma finanziò lui stesso la costruzione del Museo. Così – se oggi, visitando a Roma la mostra “Canova – Bellezza Eterna” (9 ottobre – 15 marzo) ci troviamo di fronte ad un imponente calco di gesso del celebre Fauno Dormiente, invece che all’originale scultura greca di epoca ellenistica (databile intorno al 220 a.C.) lo dobbiamo a lui, Ludwig, la cui tormentata esistenza – resa popolare dalla pellicola di Visconti – si dipanò tra eccessi e misteri intrecciandosi con l’arte e l’architettura del suo tempo di cui fu mecenate, patrocinatore e sovvenzionatore.

© Tribschen Museo Richard Wagner

© Tribschen Museo Richard Wagner

In una lettera indirizzata all’“unico, sublime e divino amico” Richard Wagner, la prima di una lunga serie, datata 16 giugno 1810, Ludovico II accenna ad una importante faccenda – “che deve rimanere segreta” – riguardante il Fauno Dormiente. Il monarca era deciso ad aggiudicarselo al prezzo di diecimila scudi, esattamente il doppio della stima che ne aveva fatto lo scultore danese Berthel Thorwaldsen, il leggendario rivale del Canova. Ma non era tanto il prezzo dell’opera ad impensierire i due amici, quanto piuttosto a chi apparteneva quel Fauno. La statua era stata trasferita a Roma durante il periodo imperiale dalla Grecia o dall’Asia Minore, e custodita all’interno del Mausoleo di Adriano. E nei fossati di Castel Sant’Angelo fu ritrovata nel 1620, sotto il papato di Urbano VIII della nobile famiglia dei Barberini. Questi dichiarò che la scultura figurava tra i possedimenti fideicommissum della famiglia. Pertanto emanò subito una bolla papale nella quale si stabiliva che, anche in caso di abrogazione di tale disposizione testamentaria, la statua sarebbe rimasta proprietà inalienabile della sua famiglia.

Il fauno dormiente © il Deutsch-Italia

Il fauno dormiente © il Deutsch-Italia

Il Fauno così rimase per oltre 150 anni esposto all’ammirazione dei visitatori – osannato dal Winckelmann come “la regina delle statue tra le statue che raffigurano fauni” a Palazzo Barberini, dove restò per ben due secoli, benché contesa da più parti, come del resto innumerevoli altre opere d’arte nel periodo del “Grand Tour”. Fu più volte restaurato, fino ad assumere la posizione non più sdraiata – come a seguito del primo ripristino eseguito da Arcangelo Gonnelli – bensì seduta sopra una roccia. La stessa in cui si trova oggi con il braccio sollevato e che pare essere stata ispirata dalla posa del Fiume Nilo, nella vicina Fontana dei Fiumi del Bernini. Vinti dalle gravi difficoltà economiche che colpirono l’intero casato, tuttavia, i Barberini dopo oltre un secolo lo dovettero cedere.

Il cardinale Pacca © il Deutsch-Italia

Il cardinale Pacca © il Deutsch-Italia

A nulla valse l’intervento di Antonio Canova che cercò in ogni modo di convincere il prosegretario di Stato, cardinal Pacca, ad emanare un bando per l’esportazione, affinché questo lavoro potesse restare Roma. Ci riuscì, il Canova, ma a seguito di potenti pressioni diplomatiche il bando fu infine revocato. Ludwig, che aveva combattuto dieci anni per ottenere l’oggetto del suo desiderio, aveva vinto. E il Fauno lasciò Roma alla volta di Bologna, dove ad attenderlo c’era una speciale carrozza trainata da mule e buoi.

Il busto di Canova © il Deutsch-Italia

Il busto di Canova © il Deutsch-Italia

Per una curiosa fatalità (o una strana maledizione) la carrozza si ruppe durante il viaggio all’altezza di Kufstein, piccolo comune austriaco nel Tirolo. E la si dovette sostituire con un’altra vettura. Ma il ponte sulla quale la statua doveva passare appariva così fragile che fu necessario costruirne un altro. E in questa operazione fu coinvolto addirittura l’esercito. Grazie a quel ponte di fortuna il Fauno attraversò il fiume Inn, e il giorno dell’Epifania del 1820, esattamente duecento anni fa, raggiunse Monaco. Per non tornare più

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1 Comment

  1. Il “Fauno Dormiente” partì per la volta di Monaco nel 1819. Ludovico II nasce nel 1845. Evidentemente nell’affare dell’acquisto e trasferimento della scultura non fu coinvolto quest’ultimo ma, bensì, Ludovico I. Che, però, allora era solo principe ereditario. L’operazione, com’è risaputo, ebbe successo soprattutto per le pressioni che l’importante cognato, l’imperatore d’Austria Francesco I, fece su papa Pio VII.

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