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Francese? No, Franzbrötchen

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Franzbrötchen © il Deutsch-Italia
Franzbrötchen © il Deutsch-Italia

Novembre. Cadono le foglie gialle, ambrate e rosse. Le strade sono attraversate dalla cosiddetta Herbstmelancholie, quella agrodolce sensazione autunnale che ci accompagna fino a Natale. È una stagione amara, soprattutto a causa della situazione sanitaria che ci lascia in ginocchio, in attesa di un giorno migliore.

Una via d’evasione, che potrebbe addolcire e sedare la malinconia, proviene da Amburgo, la città libera anseatica, padrona dell’Elba. È la risposta tedesca al croissant. Si tratta del Franzbrötchen, per gli assidui consumatori semplicemente Franz, un dolce tipico della Germania del Nord, che riempie le pasticcerie amburghesi da inizi Ottocento con il suo esotico e penetrante aroma di cannella. Il nome letteralmente significa “panino francese”. L’origine infatti sarebbe legata all’assedio napoleonico di Amburgo (dicembre 1813-maggio 1814), come forma di ribellione pacifica dei pasticceri contro gli invasori francesi. Che Amburgo fosse una città testarda, determinata e gelosa della sua indipendenza già lo sapevamo, fin dal motto in latino che troneggia indiscusso a caratteri cubitali sulla facciata dell’imponente Rathaus: Libertatem quam peperere maiores digne studeat servare posteritas, cioè “I posteri abbiano cura di conservare degnamente la libertà che gli antenati partorirono”. E la libertà inizia dai piccoli piaceri e dalle (in)significanti rivincite, o no?

Franzbrötchen © il Deutsch-Italia

Franzbrötchen © il Deutsch-Italia

Il Franzbrötchen non a caso ricorda il croissant francese, ma bensì piatto, che gli Amburghesi avrebbero volutamente schiacciato, e quindi germanizzato, fingendo di non comprendere le richieste gastronomiche dei francesi, nostalgici delle dolci leccornie parigine, stendardo d’orgoglio, universalmente accettato. Colpo di grazia alla cuisine sarebbe stato, infine, l’aggiunta di cannella, che primeggia nelle cucine nordiche. Come dimenticare i famosi Kanelbullar, dolci speziati e soffici della tradizione svedese consumati durante la fika, una vera e propria istituzione sociale per il popolo scandinavo, durante cui si beve caffè accompagnato, appunto, da un dolce (paragonabile grossomodo al nostro aperitivo, solamente che noi aggiungiamo uno, o due, Spritz e un tagliere di salumi, formaggi e chi più ha, più ne metta). O anche i Kanelsnegle, della vicina Danimarca, conosciuti come Cinnamon rolls, deliziose girelle alla cannella, spesso decorate con pennellate di glassa, che spopolano anche Oltreoceano, negli States.

Una versione della storia meno ribelle e più diplomatica del Franzbrötchen sarebbe semplicemente legata all’uso consolidato di impasti più pesanti nella pasticceria germanica, rispetto a quella francese.

Amburgo © il Deutsch-Italia

Amburgo © il Deutsch-Italia

Oggi, tra le vie di Amburgo, di prima colazione, al tramonto o in attesa del prossimo treno o della prima birra della serata, o meglio, Ferienabend (le ore che seguono la giornata lavorativa) è possibile gustare un ottimo Franzbrötchen per poco più di un euro. Ne esistono svariate versioni: cioccolato (fondente, al latte o bianco), marzapane, rabarbaro, uvetta, nocciola, noce, banana… De gustibus non disputandum est.

Forse la storia studiata tra i banchi di scuola non lascerà così tanto amaro in bocca, con l’aggiunta di un pizzico di cannella. E dolcezza.

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