Artisti

L’arte incontra la tecno. Al Berghain di Berlino

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Studio Berlin / Boros Foundation, Berghain, Berlin 2020 Artwork: © Rirkrit Tiravanija Photo: © Noshe
Gli organizzatori dello STUDIO BERLIN: Karen e Juliet Kothe, direttore della Boros Foundation © Max von Gumpenberg

Gli organizzatori dello STUDIO BERLIN: Karen e Juliet Kothe, direttore della Boros Foundation © Max von Gumpenberg

Il leggendario nightclub berlinese Berghain, attualmente chiuso a causa della pandemia, durante il lockdown ha collaborato con il collezionista di origine polacca residente a Berlino Christian Boros per mostrare l’arte prodotta negli studi della città di Berlino in questo periodo storico. La grande mostra includerà le opere di circa 85 artisti. I nuovi lavori sono realizzati da artisti residenti a Berlino, tra i quali spiccano personalità del calibro di Olafur Eliasson, Cyprien Gaillard, Anne Imhof, Tacita Dean, Robin Rhode, Rirkrit Tiravanija, Wolfgang Tillmans, Klara Lidén, Rosemarie Trockel, Isa Genzken, Raphaela Vogel.

Studio Berlin / Boros Foundation, Berghain, Berlin 2020
Artwork: © Dirk Bell
Photo: © Noshe

Dal 9 settembre, “Studio Berlin“ sarà aperto al pubblico tramite visite guidate in diverse lingue che possono essere prenotate online, ed offrirà ai visitatori un modo per aggirare la notoriamente severa politica delle porte del Berghain – almeno fino a quando le restrizioni sul Coronavirus non saranno rimosse e il club tornerà al lavoro di sempre. L’aperturaavverrà durante la “Berlin Art Week” e alla vigilia del “Gallery Weekend”, l’appuntamento dedicato alle gallerie e agli spazi espositivi della città.

La mostra è aperta a tutti, dai 16 anni in su e per la prima volta, anche le nonne potranno entrare in un luogo da sempre off limits. Boros ha iniziato a lavorare sul progetto all’inizio di marzo 2020. Le nuove opere saranno esposte sui 3.500 mq del Berghain, sulle piste da ballo e nel bar Panorama. Le guide turistiche includeranno storici dell’arte della Fondazione Boros.

Studio Berlin / Boros Foundation, Berghain, Berlin 2020 © Noshe

Studio Berlin / Boros Foundation, Berghain, Berlin 2020 © Noshe

Per tre mesi durante il periodo di reclusione Boros ed il suo staff ha parlato con gli artisti al telefono ogni giorno visto che all’improvviso tutti avevano più tempo del solito a disposizione. In particolare con Olafur Eliasson lo ha fatto per ben tre ore su “FaceTime” scaricando la batteria del proprio cellulare. Gli artisti erano tutti nei loro studi invece che in viaggio sugli aerei e questo rendeva i contatti più facili. La< volontà era quella di mostrare questa incredibile e ricca produzione artistica. Berlino era congelata, quindi perché non lavorare insieme su un progetto comune?

Studio Berlin / Boros Foundation, Berghain, Berlin 2020

Studio Berlin / Boros Foundation, Berghain, Berlin 2020
Artwork: © Rirkrit Tiravanija
Photo: © Noshe

Il legame tra Boros e Berghain ha le sue radici negli anni ‘90, quando i proprietari del club crearono il loro primo locale notturno gay in uno dei bunker della seconda guerra mondiale, che ora ospita la collezione della Fondazione Boros. Il compleanno del della celebre discoteca berlinese viene ancora celebrato ogni anno nel bunker. Il bunker di Boros fu costruito nel 1943 dall’architetto Karl Bonatz per ordine di Adolf Hitler. Dopo la seconda guerra mondiale fu utilizzato come magazzino di frutta, prima di diventare in seguito un nightclub fetish la cui reputazione era quella di essere il “club più hardcore del mondo”, con musica techno e frequenti notti di sadomasochismo o “rave e feste sessuali” secondo ARTnews. I finanziamenti per il nuovo progetto provengono principalmente dalla Fondazione Boros e sono sostenuti dal Senato di Berlino.

Berlino ha la più alta densità di atelier, studi e laboratori artistici in Europa: artisti da tutto il mondo si trasferiscono nella Capitale tedesca per lavorare pertanto non è certo stato difficile trovarne anche per questo evento. Partecipate numerosi se sarete nella città “povera, ma sexy”!

Per ulteriori informazioni e prenotazioni vedere il sito web di Studio Berlin e il volantino (in tedesco).

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Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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