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Giacomo Balla. Dal primo autoritratto alle ultime rose

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Giacomo Balla LineaVelocità+rumore
Giacomo Balla LineaVelocità+rumore
La Galleria Russo © il Deutsch-Italia

La Galleria Russo © il Deutsch-Italia

Il prossimo 18 luglio ricorrerà il centocinquantesimo anniversario della nascita di Giacomo Balla (Torino, 1871) pittore, scultore, scenografo, esponente di spicco del Futurismo, movimento italiano che ha influenzato profondamente l’arte e tutta la cultura del XX secolo.

Per l’occasione, a Roma, città nella quale Balla visse dal 1895 fino al 1958, anno della sua scomparsa, sono stati programmati diversi eventi, a partire dalla mostra ospitata dalla Galleria Russo, uno dei centri italiani di esposizione artistica più prestigiosi.

Fondata nel 1897 e situata in via Alibert 20, a pochi passi da Piazza di Spagna, la Galleria Russo offre al visitatore la preziosa opportunità di fare un viaggio lungo l’intero percorso artistico di Giacomo Balla attraverso un largo numero di studi, anche inediti, quasi tutti provenienti dall’officina creativa dell’artista, Casa Balla, la propria abitazione romana.

Balla Giacomo, Autoritratto, 1894-retro

Balla Giacomo, Autoritratto, 1894-retro

Quando si varca la soglia della Galleria Russo, ad accogliere il visitatore è l’autoritratto di Balla, dipinto nel 1894 sul retro di una fotografia che lo ritrae all’età di quattro anni. Con gli occhi di un giovane Giacomo, azzurri, profondi e accigliati, comincia il nostro viaggio in “Giacomo Balla. Dal primo autoritratto alle ultime rose”.

Dopo aver frequentato l’Accademia Albertina di Torino ed essere venuto a contatto con l’ambiente divisionista più sedimentato (del quale erano parte artisti come Pellizza da Volpedo e Segantini), Giacomo Balla si trasferì a Roma nel 1895, città che si rivelò fondamentale per la sua crescita artistica e personale.

L’Urbe, a quel tempo, era ancora artisticamente e culturalmente assopita tra i guanciali del simbolismo e del realismo verista dell’epoca precedente. Nella città capitolina, infatti, non si era ancora diffuso il metodo divisionista del dipingere secondo l’osservazione scientifica della realtà, sfruttando il potere espressivo della luce, date anche scoperte del periodo sulla scomposizione dei colori e sulla meccanica percettiva dell’occhio umano. Per questo motivo, Balla rappresentò un elemento di modernità artistica, riuscendo così ad imporsi come uno dei pittori più originali ed interessanti, propulsore delle avanguardie del secolo successivo.

Balla, canto patriottico in piazza di Siena

Balla, canto patriottico in piazza di Siena

Se da un canto Roma fu il centro stabile delle sue attività e dei suoi affetti, dall’altro Giacomo Balla fu impegnato molte volte in soggiorni all’estero, il primo dei quali fu quello nella Parigi post- impressionista del 1901-1902, di cui sono esposti nella mostra diversi “tipi francesi” disegnati a matita sul retro delle lettere inviate alla fidanzata Elisa Marcucci, poi diventata sua moglie. Successivamente, si recò due volte in Germania, tra il 1903 e il 1904, per esporre a Monaco di Baviera e a Düsseldorf.

Uno dei dati più significativi della biografia di Giacomo Balla fu l’incontro nel 1904, nella “Scuola Libera del Nudo” di via Ripetta, con i giovani pittori Umberto Boccioni, Gino Severini e Mario Sironi, i quali diventarono suoi allievi e fedeli sostenitori delle sue battaglie moderniste divisioniste in un contesto, come quello romano, ancora legato alla tradizione del secolo precedente.

Veduta di Villa Borghese © il Deutsch-Italia

Veduta di Villa Borghese © il Deutsch-Italia

A questo periodo risale la splendida “Veduta di Villa Borghese”, nella quale Balla, attraverso l’uso di gesso e pastelli di diversi colori su carta, riuscì a dare una visione unitaria degli elementi naturali del prato, degli alberi e del cielo presenti nel paesaggio reale, fondendoli tra loro secondo il metodo divisionista.

Tra il 1902 e il 1905 si colloca la fase pre-futurista, durante la quale i soggetti privilegiati da Balla furono pazzi, mendicanti, umili lavoratori, vecchi. Nella mostra sono presenti diversi bozzetti preparatori alle opere più rappresentative di questo periodo, quelle del “Polittico dei Viventi”, tra i quali spicca lo studio per “La pazza”, in cui si può ravvisare l’ispirazione tratta dalle opere grafiche di Edvard Munch.

L’adesione di Balla al Futurismo avvenne nell’aprile del 1910 con la firma al Manifesto dei pittori futuristi e a quello tecnico della pittura futurista, a partire dalla quale l’artista cominciò a ricercare operosamente un linguaggio che potesse esprimere i temi del nuovo movimento.

© il Deutsch-Italia

Alcune foto esposte nella mostra © il Deutsch-Italia

Se da un lato l’adesione di Balla al Futurismo comportò, per diverso periodo, uno stato di impasse che non gli consentì di dipingere molte opere significative, dall’altro lo spinse a fare molte prove che lo avrebbero condotto verso la piena maturazione futuristica tra il 1912 e il 1913. Di questo periodo la Galleria Russo espone diversi studi di volumi, linee di velocità, forme di rumore, attraverso cui si possono leggere metaforicamente le parole d’ordine del Futurismo: dinamismo e velocità. La matita di Balla, infatti, muovendosi sulla carta Fabriano, estrasse quella linea, tesa e compressa come una molla, che tratteggiava l’idea del volume nello spazio e della velocità in movimento.

Sempre in questa fase artistica, Balla si recò due volte in Germania nella seconda metà del 1912, invitato dalla sua allieva di pittura Grethel Kahn Speyer, dopo il matrimonio di quest’ultima con l’avvocato e violinista tedesco Arthur Löwenstein. La coppia gli commissionò la decorazione dello studio dell’abitazione di Düsseldorf, progetto molto importante poiché permise a Giacomo Balla di cimentarsi anche nell’ambientazione degli spazi e del mobilio. Con questo intervento ambientale, l’artista cominciò ad interessarsi anche all’arredamento e all’architettura d’interni, in ossequio all’idea che il Futurismo dovesse influenzare non solo la corrente pittorica, ma anche ambiti artistici diversi, aspettativa prevista dal Manifesto, ma realizzata di fatto solo da Giacomo Balla.

Proseguendo nelle piccole sale della Galleria, il visitatore continua il suo viaggio ammirando i bozzetti e le opere del primo Dopoguerra, in cui si percepisce l’esigenza di riprodurre visivamente quelle idee teosofiche a cui Balla, come molti protagonisti delle avanguardie europee, aveva aderito con entusiasmo.

Balla Vortice di Giardino-1926-1930

Balla Vortice di Giardino-1926-1930

Il crescente interesse per gli elementi della natura e il desiderio di rappresentare la fervida energia della vita, si possono notare in opere come “Balfiore” e un “Vortice di giardino”, degli anni ’20.

L’inesauribile spirito avanguardista portò Balla a rivedere la propria adesione al Futurismo che cominciava a mostrare i primi segni del tempo che era passato dal suo esordio. Negli anni ’30 si ritirò in una solitaria meditazione e, dopo la rottura con il Futurismo, la sua pittura virò verso il realismo fotografico in sintonia con la sensibilità quotidiana della gente, della moda, dei tagli cinematografici, delle immagini dei rotocalchi. Significativi esempi dell’ultimo periodo dell’arte di Balla sono “Ritratto di Elica”, “Pianticella delicata” e “Color luce; Dissonanze e armonie”. Queste ultime due opere sono state esposte in vetrina, e non si può far a meno di soffermarsi per apprezzarle con maggiore attenzione quando si esce dalla Galleria.

Balla Giacomo, Autoritratto, 1894 circa

Balla Giacomo, Autoritratto, 1894 circa

Essenziale per comprendere appieno la ricchezza e la bellezza di questo evento d’arte, è il catalogo a cura di Fabio Benzi, altresì curatore della mostra, pubblicato da Manfredi Edizioni (28,50 €, 192 pagg.) a corredo dell’esposizione.

“Giacomo Balla. Dal primo ritratto alle ultime rose” continuerà ad essere esposta presso la Galleria Russo fino al 22 maggio, con ingresso libero, osservando i seguenti orari di apertura: lunedì dalle 16.30 alle 19.30; dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 19.30.

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Concetta De Mauro
Nata a Taranto, vive e studia a Roma. Laureanda in Giurisprudenza presso l'Università "La Sapienza" di Roma, ama il mare e il rispetto dell'ambiente. Le sue passioni: arte, letteratura, teatro e cinema.

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