Artisti

Fare musica per migliorare se stessi e gli altri

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Ezio Bosso © Daniele Franchi

Ezio Bosso
© Daniele Franchi

Accolto da un applauso lungo e caloroso, Ezio Bosso entra in sala in una sedia a rotelle. Saluta con entusiasmo il pubblico nel gremito Radialsystem, prima di mettersi al pianoforte. Bosso, noto direttore d’orchestra, musicista e compositore con un’agenda fitta di appuntamenti in tutta l’Europa, non si lascia scoraggiare dalla grave malattia neurodegenerativa che lo accompagna ormai da sette anni. A Berlino è arrivato per presentare il suo cd “The 12th Room” che il 7 luglio uscirà in Germania per l’etichetta Sony Music.

Interpretando dei preludi di Frédéric Chopin e Johann Sebastian Bach, un brano di John Cage e varie composizioni sue, invita gli ascoltatori ad entrare in stanze immaginarie e a riflettere sulla relazione tra musica e spazio. La passione che lo spinge a suonare non sembra un gesto di ribellione contro il suo male, ma piuttosto un’espressione della gioia del fare musica. Una vocazione che Bosso, nato a Torino nel 1971, aveva già scoperto alla tenera età di quattro anni. «Una prozia pianista e mio fratello maggiore che suonava la chitarra si sono accorti che ero più attratto dagli strumenti che dai giocattoli», racconta in un’intervista con “il Deutsch-Italia”. Studia pianoforte e contrabbasso e da giovane già si esibisce come solista con orchestre in Italia e all’estero.

Ezio Bosso
© Sonia Ponzo

Tuttavia il suo grande sogno è salire sul podio di un’orchestra. Il rinomato contrabbassista Ludwig Streicher, che insegna alla Hochschule für Musik di Vienna, lo aiuta finalmente a cambiare strada. Bosso si perfeziona in direzione d’orchestra, studia con Sergiu Celibidache e fa un altro incontro che sarà decisivo per la sua vita futura. Entrando come aggiunto nella Chamber Orchestra of Europe nel 1991 conosce il suo mentore Claudio Abbado, cui rimarrà profondamente legato fino alla sua scomparsa nel 2014. «Su di me ha lasciato un’impronta fortissima. Grazie a lui mi sono reso conto dell’enorme responsabilità di un direttore d’orchestra. In più Claudio mi ha fatto capire l’importanza di progetti che riguardano il benessere della musica in senso lato, in senso sociale».

Ezio Bosso
© Sonia Ponzo

«Un grande direttore non ti dice come fare, ma ti fa conoscere le cose. Illumina i musicisti, non usa la frusta», dice Bosso. E prosegue con una frase pronunciata spesso anche da Abbado: «La musica ci insegna ad ascoltare e ad ascoltarci». È la convinzione di Ezio Bosso che studiando musica ci si applichi «non per essere il migliore, ma per migliorare se stesso». Se un musicista riesce a fare un passo avanti, anche il suo vicino di leggio suonerà meglio. Quindi il “Zusammenmusizieren”, cioè fare musica insieme, può trasformare un’orchestra in una società ideale. «È una società basata sul rispetto, non sull’invidia e sulla frustrazione. Certamente non accade così con tutte le orchestre e tutti i direttori. Ma la natura della musica è esattamente quella».

Tra i prossimi impegni di Ezio Bosso in veste di direttore spiccano dei concerti con l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, al Parco della Musica di Roma, e con l’Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli, alla Reggia di Caserta. Dallo scorso maggio Ezio Bosso è anche il primo Ambasciatore e Testimone Internazionale dell’“Associazione Mozart 14”, che prosegue i progetti sociali ed educativi fortemente voluti da Claudio Abbado. Grazie all’impegno dell’Associazione, presieduta dalla figlia Alessandra Abbado, la musica continua ad arrivare nei reparti di pediatria del Policlinico Sant’Orsola e nel carcere “Dozza” a Bologna. Nell’ambito del Progetto Tamino, ideato per i piccoli pazienti e i loro genitori, si è creato anche un coro delle mamme. Dietro le sbarre del carcere canta il Coro Papageno nel quale si incontrano detenuti adulti che provengono da tanti Paesi diversi. Il Progetto Leporello si rivolge invece ai giovani nel carcere minorile del Pratello di Bologna, offrendo loro la possibilità di esplorare la musica e di scrivere delle canzoni. Il quarto progetto è il Coro Cherubino che accoglie anche bambini e giovani con disabilità, in particolare ragazzi con sindrome di down, ritardi cognitivi e sordità.

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Ezio Bosso: Following a bird (The 12th Room)

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Corina Kolbe
giornalista freelance residente a Berlino, collabora a giornali e riviste in Germania, Svizzera e Italia (Spiegel Online, Der Tagesspiegel, Das Orchester, Crescendo, Berner Zeitung, Il Corriere Musicale, La Nuova Ferrara e altri) . Scrive soprattutto di musica classica, di progetti formativi in ambito culturale, dell'impatto dei nuovi media sulla cultura e di temi legati alla storia contemporanea.

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