Ieri, oggi, domani

Wir lieben «sa Sardinia»!

0

Si dice che le persone si conquistano se “si prendono per la gola”, ed è proprio in questo modo che il popolo sardo ha fatto innamorare gli abitanti della Germania. In questa terra infatti la cultura sarda è molto apprezzata e ben radicata: sembrano destare particolare interesse, nel dettaglio, la cucina e la lingua isolana.

I ristoranti di cucina sarda abbondano nella Repubblica Federale: questi sono gestiti sia da emigrati che provengono dalla Sardegna, sia da ragazzi di seconda generazione che mantengono un forte legame con l’isola e la sua tradizione culinaria.

Un esempio è Daniele Corona, nato in terra tedesca da genitori provenienti da Villaputzu, paesino situato nel Sud della Sardegna, che gestisce un ristorante ad Uhingen, vicino Stoccarda, e che ha ricevuto nel 2020 la sua prima stella Michelin. Il menù del suo ristorante è ricco di prodotti sardi, soprattutto formaggi e salumi, che lo chef si procura da fornitori di fiducia i quali acquistano i migliori prodotti nell’isola.

Proprio sui salumi e sui formaggi si è basato un grande evento a Berlino, nel 2004, chiamato “Cortes apertas”: l’iniziativa è nata grazie alla collaborazione della Comunità Montana del Nuorese.

La manifestazione è stata ospitata nella sede decentrata tedesca proprio con lo scopo di far conoscere questi prodotti provenienti dalla zona della Barbagia: oltre agli assaggi per i visitatori italiani e tedeschi, fu allestita un’area vendita di oltre 32 metri-quadri. Inoltre, all’evento parteciparono anche diversi ristoranti, siti a Berlino prevalentemente, di gestori non solo sardi e tedeschi, ma provenienti anche da altre parti del mondo.

Ma il successo della Sardegna non si è limitato solamente all’ambito gastronomico. Anche la lingua sarda sembra appassionare molti tedeschi. Il vessillo sardo, infatti, è ormai stato innalzato a Mannheim, Stoccarda, Tubinga e Monaco: nelle Università di queste città, infatti, sono stati istituiti corsi di lingua e linguistica sarda.

L’amore tedesco per “sa limba” ha origine dagli studi e dal lavoro di Max Leopold Wagner, il quale ha permesso che il sardo fosse inserito nel novero delle lingue neolatine. Il famoso linguista tedesco, infatti, è considerato il fondatore della lingua sarda: grazie ad un approccio rigorosamente scientifico, egli, negli anni 40, ne ha studiato la fonetica, la morfologia e il lessico.

Wagner capì dunque l’originalità di “sa limba”, anche rispetto alla lingua italiana, e trasmise i risultati della sua ricerca al popolo sardo che, in tal modo, imparò ad apprezzarla.

Il contributo dello studioso linguista è stato così importante che, come segno di gratitudine, oggi tutti i manuali di linguistica sarda lo citano e lo ricordano; inoltre gli è stata conferita la cittadinanza onoraria delle città di Cagliari, Nuoro e Sassari.

Sulle orme di Wagner, dunque, “sa limba” viene studiata anche in Germania, ma questo legame non si ferma qui. A maggio del 2015, per la prima volta, un gruppo di ventidue studenti provenienti dall’Università di Mannheim ha fatto un tour dell’isola per approfondire la lingua in loco. Gli studenti hanno viaggiato da Nord a Sud e hanno avuto l’occasione non solo di immergersi nella cultura sarda, ma anche di mettere in pratica gli insegnamenti teorici dell’Università.

Maria Carta

Maria Carta

Lo studio di “sa limba”, tuttavia, non è appannaggio esclusivo dell’ambiente accademico, ma viene promosso anche dai circoli sardi. Questi sono radicati in Germania, che ne ospita ben dodici: uno è quello di Berlino fondato nel 1999. Inizialmente aveva il compito principale di fornire aiuto agli emigrati sardi appena arrivati, poi con il tempo è diventato un centro di promozione della lingua e della cultura dell’isola italiana. Grazie alle sue attività il circolo ricevette, nel 2007, il premio Maria Carta che viene assegnato agli operatori della cultura sarda, i quali contribuiscono alla sua diffusione.

Il futuro fa prevedere un progressivo consolidamento di questo legame: un numero sempre maggiore di sardi sceglie di trasferirsi in Germania, contribuendo così a mantenere viva la tradizione culinaria e “sa limba” e a fare di questa terra “eine zweite Heimat” per gli isolani.

Print Friendly, PDF & Email
jav xxx
tube

Fellini nel mondo, fa tappa a Berlino

Articolo precedente

Il gas di Putin non è verde

Articolo successivo

Commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *