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Una lettura per ricordare i libri arsi dal Nazismo

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Il rogo dei libri a Berlino 04 © Youtube Istituto Luce
Il rogo dei libri a Berlino 04 © Youtube Istituto Luce
Bebelplatz dalla Unter den Linden 151355 © il Deutsch-Italia

Bebelplatz dalla Unter den Linden © il Deutsch-Italia

Bebelplatz situata nel quartiere di Mitte, cuore della città di Berlino e affacciata sull’Unter den Linden, il lungo viale che va dalla Porta di Brandeburgo all’isola dei musei, è tappa obbligata per chi visita la Capitale tedesca. Ebbene, in questa piazza la sera del 10 maggio 1933 furono bruciati 25.000 libri, e in ricordo del rogo c’è un memoriale sotterraneo realizzato nel 1995 dall’artista israeliano Micha Ullman.

Alcuni anniversari che la storia ci lascia in eredità dovrebbero farci riflettere. In 34 città della Germania (fra le quali Düsseldorf, Heidelberg, Lipsia, Monaco, Dresda), imponenti roghi di libri furono organizzati svuotando le biblioteche delle principali città universitarie tedesche. Fu il più vasto e pianificato incendio di libri della storia contemporanea. Il nazismo era al potere da pochi mesi.

Staatsoper Berlin © il Deutsch-Italia

Staatsoper Berlin © il Deutsch-Italia

Il rogo più grande avvenne appunto in quella che all’epoca era la piazza del Teatro dell’Opera di Berlino, alla presenza del ministro della Propaganda del Terzo Reich Joseph Goebbels, politico e giornalista tedesco, uno dei più importanti gerarchi nazisti, secondo il quale “i roghi erano un ottimo modo per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato”.

Migliaia di libri simbolo di qualche cosa da cancellare per sempre.

Il rogo dei libri nella Berlino del maggio del ‘33 non fu in verità organizzato dal governo di Hitler, bensì dagli studenti tedeschi stessi, infervorati dalla propaganda del nazismo che stigmatizzava gli intellettuali in genere, e in particolar modo quelli ebrei o di sinistra. Gli studenti dell’Università di Berlino passarono settimane a compilare liste di scrittori e libri “non tedeschi”, perlustrarono poi biblioteche pubbliche e private alla ricerca dei volumi incriminati.

La Umboldt Universität di Berlino a Bebelplatz © il Deutsch-Italia

Quella notte, dunque, i membri dell’Associazione degli studenti tedeschi diedero fuoco ai volumi che secondo loro rappresentavano una “cultura degenerata” (ebrei, comunisti, socialisti, artisti delle avanguardie, sostenitori della Repubblica di Weimar, critici della morale e della religione, pacifisti, giornalisti oppositori e satirici). Tra i libri distrutti, le opere di alcuni dei maggiori pensatori, scrittori ed intellettuali del tempo: Karl Marx, Bertolt Brecht, Thomas Mann, Joseph Roth, Theodor W. Adorno, Walter Benjamin, Herbert Marcuse, Ludwig Wittgenstein, Hannah Arendt, Edith Stein, Max Weber, Erich Fromm, l’architetto Walter Gropius, i pittori Paul Klee, Wassili Kandinsky e Piet Mondrian, gli scienziati Albert Einstein e Sigmund Freud, i registi Fritz Lang e Franz Murnau.

L’incendio di Berlino fu così partecipato e colossale da essere trasmesso anche via radio, e indusse i militanti nazisti ad organizzarne altri nelle principali città tedesche, come nelle minori, fino ad oltre la metà del mese di giugno. Più di un secolo prima, nel 1823, il poeta tedesco Heinrich Heine aveva scritto profeticamente nella tragedia Almansor contenuta in Tragödien nebst einem lyrischen: “Dove si bruciano libri, si finisce col bruciare anche gli uomini

Il rogo dei libri a Berlino 01 © Youtube Istituto Luce

Il rogo dei libri a Berlino 01 © Youtube Istituto Luce

In occasione di questa triste ricorrenza anche il ministero dell’Istruzione in Italia ha aderito alla seconda edizione nazionale di “Libri Salvati” lanciata dall’Associazione Italiana Biblioteche (A.I.B), con un video che raccoglie le testimonianze di studenti, professori, bibliotecari. Iniziativa volta a ricordare e sensibilizzare il valore e il rispetto della cultura, espressa attraverso i libri: studenti, professori e bibliotecari hanno letto testi di autori i cui libri finirono bruciati nei roghi nazisti. Una lettura online: 16 tra studenti, professori, bibliotecari e rappresentanti delle Istituzioni hanno prestato la propria voce e la propria immagine per la lettura di quei libri considerati dai nazisti “contrari allo spirito tedesco”. Tra questi il prof. Umberto Gentiloni, ordinario presso l’Università di Roma “La Sapienza”, Antonio Lampis, direttore generale della Direzione dei Musei del Mibact, Nando Tagliacozzo e Lea Polgar, tra gli ultimi testimoni viventi del periodo delle leggi antiebraiche in Italia, Sandro Bulgarelli, già direttore della Biblioteca del Senato, i registi Gianfranco Pannone e Massimo Martella e l’attore Massimo Wertmuller.

“Libri salvati” edizione 2020

© Youtube MI Social

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Cecilia Sandroni, per formazione semiotico del teatro, è membro della Foreign Press di Roma come Italienspr (italienspr.com/global press), oltre ad essere un'esperta di relazioni internazionali nella comunicazione. Le sue competenze spaziano dal teatro-cinema, alla fotografia, al restauro, con la passione per i diritti umani. Indipendente, creativa, concreta, ha collaborato con importanti istituzioni italiane e straniere per la realizzazione di progetti culturali e civili.

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