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Perchè i politici scrivono?

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Jetzt © Spiegel Verlag

Mi sembra che siano scomparsi gli articoli in agosto su cosa leggano i politici sotto l’ombrellone. E già da tempo, prima che il Covid costringesse a rinunciare alle ferie. Tutti mentivano. Sulla sdraio, al mare o in montagna, si portavano tomi ponderosi, leggevano i classici, il romanzo più leggero era “Guerra e pace”. Nessuno confessava di gustarsi un bel giallo di Simenon, con l’alibi che lo pubblicasse Adelphi, o una spy story di John Le Carré. I politici non leggono, ma scrivono, non solo in Italia. Perché mai, si chiede la “Süddeutsche Zeitung”.

Annalena Baerbock, la leader dei Verdi, ha commesso diversi errori, ma il più grave, almeno a leggere le lettere degli elettori, è aver scopiazzato il suo libro/programma “Jetzt”, adesso, su come cambiare la Germania appena giunta al potere. Perché lo ha fatto? Che bisogno c’era? Il saggio era giunto al decimo posto nella lista dei bestseller di “Der Spiegel”, molto attendibile, e l’ultima settimana è piombato al 19° posto, il penultimo.

Walter Veltroni © CC BY-SA 2.0 Gobierno de Chile Flickr

Walter Veltroni © CC BY-SA 2.0 Gobierno de Chile Flickr

I libri dei politici vengono comprati, non sempre, ma vengono letti? Ho i miei dubbi. Secondo me non li leggono neppure i rivali. A parte, forse, i romanzi di Veltroni, un mago nel farsi pubblicità. Anni fa ha rinunciato a concorrere al Premio Strega, per fair play. Probabilmente, se avesse insistito, l’avrebbe pure vinto. Non ho mai letto le opere di Matteo Renzi, che strappa agli editori generosi anticipi. Come Massimo D’Alema. In realtà, se dopo le vendite sono inferiori alle aspettative, una parte dell’anticipo andrebbe restituita. Non avviene mai. In Italia si confonde la distribuzione con le vendite. I libri prenotati dai librai sono registrati come venduti, poi dopo qualche mese vengono rispediti indietro. Però, per onestà, ignoro se Renzi abbia venduto realmente oppure no. È probabile che il suo saggio sia stato acquistato online o in libreria. Ma è stato letto?

Barack Obama © Pete Souza WC

Il primo volume delle memorie di Barack Obama, 44 euro, era giunto secondo “Der Spiegel”, ai primo posti, poi è sceso velocemente, ed oggi è scomparso, non è più nemmeno tra i migliori venti. Non l’ho comprato, ho letto diverse critiche. L’ex presidente, a quanto pare, ricorda male, e non rivela niente di nuovo. Come è sempre avvenuto per i suoi colleghi politici. Nel lontano 1973, andai alla Buchmesse, la fiera del libro a Francoforte, la più grande al mondo, alla conferenza stampa di Henry Kissinger che presentava le sue memorie, un volume di mille pagine. Dopo, tra gli stand, incontrai Massimo Pini, l’editore della “Sugar”, e gli dissi che nessun editore italiano fino a quel momento, aveva osato comprare a caro prezzo i diritti di Kissinger. “Allora lo compro io,” si eccitò Pini. Ma lui non pensava solo alle tirature. L’unica rivelazione Kissinger la fece a noi giornalisti: non era stato lui a far uccidere Allende, ma era contento che fosse stato eliminato perché era un comunista. Una mezza verità?

Nella mia biblioteca ho tutte le biografie dei politici tedeschi, alcune me le hanno regalate gli amici, altre le ho ricevute in omaggio dagli editori. Ma non le ho lette. Ho sfogliato le memorie di Helmut Kohl per cercare i brani in cui ricordava i suoi incontri con i politici italiani, stimava Andreotti e Moro, anche se era difficile capirli. Mi bastò per scrivere un articolo. Ho comprato le memorie di Willy Brandt, uscite nel 1982, “Links und frei”, a sinistra e libero. Confessava di aver pensato al suicidio, dopo lo scandalo di Günter Guillaume, la spia della DDR nella sua squadra, che l’aveva costretto alle dimissioni. E di non aver capito a 17 anni il pericolo di Hitler. Ma a 19 anni se ne fuggì in Norvegia.

Angela Merkel © il Deutsch-Italia

Angela Merkel © il Deutsch-Italia

I politici, quando scrivono, raramente possono rivelare la verità. O tralasciano gli episodi importanti o sono costretti a mentire. Come avrebbe potuto ammettere Kohl di non aver capito subito quanto stava avvenendo la sera del 9 novembre dell’‘89, quando cadde il “Muro”? Scrivono da soli o si fanno aiutare da un ghostwriter, da un negro? Annelena ha compiuto un errore di vanità. I politici dovrebbero scrivere solo quando vanno in pensione. Angela Merkel pubblicherà le sue memorie? Lo spero, lei è una signora, e sarebbe capace di far capire la verità, senza scriverla.

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© per gentile concessione di ItaliaOggi

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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