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Le elezioni falsate da chi vota per lettera?

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Manifesti elettorali © il Deutsch-Italia
Manifesti elettorali © il Deutsch-Italia
Elezioni © il Deutsch-Italia

Elezioni © il Deutsch-Italia

Le elezioni di domenica saranno falsate dal voto per lettera? Già in agosto si poteva chiedere di essere esentati dall’obbligo di presentarsi alle urne. Ma è ragionevole consentire di scegliere con tanto anticipo? I tedeschi sempre più si valgono di questo diritto anche se non hanno alcun impedimento. È una comodità, non occorre avere un motivo, essere in viaggio per lavoro o in vacanza, o un malanno, un qualsiasi obbligo sociale o familiare. I pronostici negli ultimi giorni sono cambiati in maniera vertiginosa, ma una parte degli elettori non potrà cambiare idea. Il risultato sarà influenzato anche dagli astenuti, secondo i sondaggi gli indifferenti, o i delusi da tutti i partiti, dovrebbero salire di almeno un paio di punti, nel peggiore dei casi, superare il 30 per cento.

Il Briefwahl, il voto per lettera, potrebbe essere un pericolo per la democrazia, si allarma la “Süddeutsche Zeitung”. Ma non si temono manipolazioni come negli Stati Uniti. L’ultimo mese della campagna elettorale è il più importante, soprattutto quest’anno. I partiti sono distaccati da pochi punti, e il margine d’errore nelle previsioni si aggira sul 3 per cento in più o in meno. Come dire che ancora può avvenire di tutto, perfino che Armin Laschet riesca a colmare il distacco, intorno ai quattro punti, con Olaf Scholz, il leader socialdemocratico che oggi è il favorito mentre poco più di un mese fa era in terza posizione. Alle Olimpiadi di Tokio, l’Italia ha vinto l’oro nella staffetta 4 X 100 con una fulminea rimonta nell’ultima frazione.

Gerhard Schröder © Nord Stream

Gerhard Schröder © Nord Stream

In passato i partiti non si preoccupavano del voto per lettera. Nella prima elezione dopo la riunificazione delle Germanie, nel 1990, la percentuale fu del 9,4 per cento. Da allora è andata aumentando, nel 2017 raggiunse il 28,6. La pandemia di sicuro accentuerà il trend, non solo per la paura dei contagi. Si calcola, o si teme, che più del 50 per cento decida di votare per lettera.

Perfino le ultime 72 ore possono essere decisive, ricordano gli esperti. Nel 2005, Gerhard Schröder perse contro Frau Merkel per poche migliaia di voti. Non ci possono essere prove, ma è quasi sicuro che gli sia stato fatale il duello in Tv contro la sfidante. Il macho Gerhard alla vigilia aveva già commesso un errore affermando: questa donna non potrà mai guidare la Germania. E a tu per tu davanti a milioni di spettatori, Frau Angela dimostrò il contrario: Schröder si trovò in difficoltà, se attaccava si dimostrava un maschio aggressivo e poco cavalleresco, ma così perse il vantaggio, e alla Merkel bastò giocare di rimessa, diciamo in contropiede, per batterlo.

Sempre Schröder nel 2002 riuscì a rimontare lo svantaggio contro lo sfidante, il bavarese Edmund Stoiber, grazie all’alluvione che in agosto colpì le regioni orientali (straripò l’Oder, il fiume sul confine con la Polonia). Il Cancelliere si recò subito sulle zone colpite, Stoiber restò in Baviera e lo accusò di condurre una “Gummistiefelpolitik”, una politica delle galosce. E perse. Ma se i tedeschi avessero già votato per lettera?

La catastrofe atomica di Fukushima avvenne due settimane prima delle elezioni in Baden-Württemberg e i Verdi vinsero, contro i pronostici. E Winfried Kretschman nove anni fa divenne il premier del Land, il primo e ancora unico in Germania. Ma avrebbero vinto, se gli elettori avessero già votato per lettera?

Manifesti elettorali © il Deutsch-Italia

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Secondo le analisi della Fondazione Bertelsmann, infine, il voto per lettera dà risultati diversi. È preferito dal ceto medio alto, mentre non vi ricorre la fascia sociale più debole, per scelta o per difficoltà. Nel 2017, i populisti alle urne ottennero il 13,9, per lettera appena il 9,6 per cento. Anche l’Spd e la Linke sono svantaggiate. Ci sono differenze anche tra Est e Ovest. Nell’orientale Sassonia Anhalt quattro anni fa votò per lettera il 17,9, in Baviera il 37,2, e a Monaco il 42,6. Per la prima volta il tradizionale duello tra i favoriti si è trasformato in un confronto a tre, un triello, tra Laschet, Scholz e la verde Annalena Baerbock. Domenica passata ha vinto Scholz a stare al giudizio dei telespettatori, ma molti di loro avevano già votato.

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© per gentile concessione di ItaliaOggi

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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