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I reati secondo il “politically correct”

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Controlli di polizia © il Deutsch-Italia
Controlli di polizia © il Deutsch-Italia
La sede del BKA a Wiesbaden © CC BY-SA 3.0 Wo st 01 WC

La sede del BKA a Wiesbaden © CC BY-SA 3.0 Wo st 01 WC

A cinque anni dall’arrivo di un milione di stranieri in pochi mesi, dal 5 settembre del 2015, intorno a un milione, poco più poco meno, è sempre sconsigliabile secondo il politically correct fare un bilancio sul comportamento dei profughi. Ma i dati vengono comunicati dal “Bka”, il Bundeskriminalamt, la polizia federale, e il primo commento, al momento l’unico, è della Süddeutsche Zeitung, che è un quotidiano liberale alla tedesca, non di destra, al di sopra di ogni sospetto.

Breitscheidplatz © il Deutsch-Italia

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“Le preoccupazioni che insieme con i fuggiaschi potessero entrare senza venir identificati, criminali e terroristi erano senz’altro giustificate”, si legge nel sommario. L’analisi si riferisce non solo a quei mesi di cinque anni fa, ma a tutti gli immigrati accolti fino all’anno scorso. Quelli provenienti dal vicino e medio Oriente sono un milione e 300mila. Tra loro, il tunisino Anis Amri, passato da Lampedusa, finito in carcere per tre anni in Italia, autore dell’attentato a Berlino del 19 dicembre 2016 (dodici vittime, tra cui una ragazza italiana). O il giovane che il 18 luglio sempre del ‘16 attaccò con un’ascia alcuni turisti giapponesi. O l’uomo che voleva far saltare un bomba a una festa di paese il 24 luglio del ‘16 a Ansbach, in Baviera. Quattro su otto attentati compiuti in Germania sono opera di stranieri che avevano chiesto asilo politico. E tre erano siriani. Ad Amburgo, nel marzo 2018 sono stati condannati tre siriani addestrati dall’Isis a Raqqa. Secondo il Verfassungsschutz, uno dei tre servizi segreti, in 230 casi islamisti hanno cercato di reclutare giovani nei campi profughi in Germania.

Gli atti di violenza sono diminuiti e scesi al livello del 1995, ma è alta la percentuale dei profughi responsabili. Nel 2018, su 533 assassinati, 44 sono vittime di stranieri. Ma, avverte il quotidiano, l’estrema destra esagera. Non è vero che ogni giorno un tedesco rimanga vittima di uno straniero. E alcune vittime erano a loro volta profughi.

Su 95.400 vittime di violenze (ferite, percosse), secondo il “Bka”, compiute da stranieri, quasi la metà erano tedesche, 46.900. Al contrario, i profughi vittime di tedeschi sono 10.400. L’anno scorso su un milione circa di vittime di reati, dall’omicidio al furto, il dieci per cento è vittima di profughi, di cui non viene precisata l’etnia.

Particolare eco nell’opinione pubblica hanno i reati sessuali, dalle molestie agli stupri, compiuti da stranieri. Secondo i dati del “Bka2, su 9.234 casi di circa 1.300 è responsabile un profugo, pari all’otto per cento. Nei casi di pedofilia e esibizionismo la percentuale sale al 12 per cento. Non c’è ragione per l’allarmismo, si conclude. La percentuale degli stranieri è elevata anche perché le vittime nei casi lievi sono più disposte alla denuncia se l’aggressore è uno straniero. Inoltre, i Flüchtlinge, i fuggiaschi, sono in maggioranza giovani e maschi: il 68 per cento nella fascia tra i 18 e i 25 anni. costretti in un centro di raccolta, senza lavoro, in attesa che la domanda d’asilo venga accolta.

Ma si commette un grave errore se per malinteso politically correct si preferisce non parlare del problema lasciando che venga sfruttato dall’estrema destra. Secondo il codice di auto-comportamento della stampa (non esiste un ordine dei giornalisti) è vietato indicare l’etnia dei protagonisti di un fatto di cronaca. Ma in alcuni casi l’etnia è fondamentale per capire che cosa sia avvenuto. Come spiegare la notte di San Silvestro a Colonia, quando duemila giovani arabi aggredirono un migliaio di donne, se non si precisa che si trattava di giovani profughi giunti dal Maghreb? Nessuno dei pochi responsabili identificati è stato espulso.

 

© per gentile concessione di ItaliaOggi

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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