Si stanno concludendo le celebrazioni per il 100° anniversario del Bauhaus (1919/2019) leggendario movimento e scuola di architettura, design e arte applicata fondato nel 1919 a Weimar. Uno dei movimenti artistici più rilevanti del secolo scorso.
È infatti appena passato un secolo da quando l’architetto tedesco Walter Gropius aprì a Weimar una piccola scuola destinata a diventare il centro propulsivo di un intero movimento creativo e culturale. La Germania ha giocato un ruolo chiave nell’organizzazione degli eventi commemorativi. A Berlino fino al 27 gennaio 2020 l’Archivio/Museo del Design Bauhaus è ospite della Berlinische Galerie e celebra il centenario della fondazione del Bauhaus con una grande mostra sul movimento, mettendo in evidenza quanto abbia avuto un’influenza duratura sull’architettura, l’arte e il design.
Sono presentate opere famose e meno conosciute, nuove scoperte e opere dimenticate dall’archivio del movimento artistico e alcuni prestiti da altre collezioni. Una tra le migliori mostre del 2020 nella Capitale tedesca, con materiali fotografici, filmati e opere d’arte. In soli 14 anni di attività al Bauhaus (presente come Staatliches Bauhaus a Weimar, Hochschule für Gestaltung a Dessau e scuola privata a Berlino) hanno aderito architetti e artisti di primo piano come Walter Gropius, Hannes Meyer, Ludwig Mies van der Rohe, Lyonel Feininger, Marcel Breuer, Paul Klee, Vassily Kandinsky, Oskar Schlemmer e molti altri. Un “think tank” protagonista della mostra che ha elaborato una profonda innovazione nel campo dell’architettura, indirizzando il gusto estetico verso un’originale miscela di modernità, funzionalismo, austerità e grande attenzione al sociale. Malgrado la sua breve esistenza, il Bauhaus ha lasciato tracce in tutto il mondo e sorprende ancor oggi, visitando la mostra, per l’attualità dei suoi concetti e principi estetici, nonché per la sua
bellezza. Nel percorso sono esposti anche oggetti di design di uso quotidiano quali la celebre macchina semi standard Olivetti del 1935, la Studio 42 design Xanti Schawinsky con Figini e Pollini. Progettista, Ottavio Luzzati.
Generazioni di artisti, architetti, designer loro eredi si sono ovunque nel pianeta confrontate con la funzionalità, l’oggettività, la sobrietà predicate da Walter Gropius e colleghi, delineando in esse la sola possibile risposta alle nuove esigenze della società contemporanea. La mostra testimonia questa risposta corale da parte degli artisti influenzati da questo movimento intellettuale. Basti pensare all’opera esposta in lamiera di ottone di Takehiko Mizutani, (1898 Tokyo – 1969 Tokyo) del 1927 del Bauhaus Archiv di Berlino che riporta nella didascalia alla parete “Ricostruzioni di un proprio lavoro da una classe di Josef Albers”.
Nel 1925, Josef Albers fu promosso professore, proprio l’anno in cui il Bauhaus si trasferì a Dessau. Era l’insegnante di arte più giovane ad operare al Bauhaus con i colleghi Oskar Schlemmer, Wassily Kandinsky e Paul Klee.
In questo anno mostre, performance e numerosi eventi hanno avuto luogo in tutto il Paese per celebrare il movimento. In particolare nelle tre città tedesche in cui si è sviluppato il Bauhaus, che hanno riorganizzato e rinnovato i loro musei per l’occasione: Weimar, Dessau (dove il movimento si trasferì nel 1925) e Berlino.
Un grande omaggio, dovuto, ad una scuola artistica che dovette chiedere i battenti nel 1933 proprio a Berlino, su pressione dei nazionalsocialisi. Affrettatevi a visitarlo prima che chiuda i battenti nuovamente.
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