Presentata ieri la 70esima edizione del Festival del Cinema di Berlino (20 febbraio-1 marzo). La Berlinale quest’anno vede alcune novità, prima fra tutte il cambio al timone, che fino allo scorso anno aveva visto per ben 18 edizioni (2002-2019) la conduzione del tedesco Dieter Kosslick, con la figura dell’italiano Carlo Chatrian (direttore artistico) e della olandese Mariette Rissenbeck (direttrice esecutiva).
Già direttore artistico del Festival di Locarno, il quarantottenne Chatrian, torinese, ha collaborato con prestigiose riviste di cinema, con istituzioni come il Museo nazionale del Cinema di Torino, la Cineteca svizzera di Losanna, la Fondazione Film Commission della Val d’Aosta e con diversi festival cinematografici come il Filmaker Doc di Milano, l’Alba International Film Festival e il Festival del Cinema noir e giallo di Courmayeur (diretto da Girogio Gosetti).
La Rissenbeck pur essendo olandese vive in Germania dal lontano 1980, e qui si occupa di Cinema dal 2002, quindi si può senz’altro considerare una veterana nel mondo tedesco della Settima arte.
Altra novità è rappresentata dalla tipologia dei film in concorso, quest’anno 18, che secondo quanto annunciato in conferenza stampa avranno un taglio “noir” e che dovrebbero di sicuro essere ben lontani dalla tipologia delle grandi produzioni cinematografiche hollywoodiane. La presenza italiana vede ben 3 pellicole di produzione intera o in co-produzione: Favolacce (Italia-Svizzera) seconda opera dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, con protagonista, fra gli altri, Elio Germano e al cinema dal 16 aprile; Siberia (Italia-Germania-Messico) di Abel Ferrara, regista veterano della manifestazione berlinese, con protagonista Willem Defoe; e per finire Volevo nascondermi (Italia) di Giorgio Diritti, prima mondiale, con protagonista di nuovo Elio Germano che interpreta la figura del pittore naif Antonio Ligabue. Quest’ultimo film sarà in sala il 27 febbraio.
A completare la squadra italiana al Festival ci saranno Semina il vento di Danilo Caputo nella sezione “Panorama”, La casa dell’amore di Luca Ferri e Zeus Machine. L’invincibile di Nadia Rocchi e David Zamagni nella sezione “Forum”, Palazzo di giustizia di Chiara Bellosi nella sezione “Generation” e Pinocchio di Matteo Garrone con protagonista Roberto Benigni nei “Berlinale Special Gala”. Infine Paolo Taviani riproporrà, proprio per l’occasione dei 70 anni del Festival, Cesare deve morire, girato con il fratello Vittorio (deceduto nel 2018) e che vinse l’Orso d’oro nel 2012.
Sei sono le registe donne fra i film in concorso, cosa sottolineata da Chatrian durante la conferenza stampa: “Non è ancora il 50 per cento” ha detto, “ma è un buon inizio in quella direzione”. Fra i 6.800 film visionati per questa edizione 4 sono i tedeschi in concorso. In totale, fra tutte le sezioni le pellicole presentate saranno 340, ben 60 produzioni in meno rispetto allo scorso anno proprio per andare incontro ad uno “snellimento” delle sezioni, è stato sottolineato. Ad aprire le danze sarà il giorno 20 febbraio il film fuori concorso di produzione canadese-americana My Salinger Year, con Sigourney Weaver e Margaret Qualley. “Iniziare con Berlin Alexanderplatz”, adattamento contemporaneo del romanzo di Alfred Döblin del regista tedesco-afgano Burhan Qurbani, ha detto il nuovo direttore, “avrebbe significato iniziare con troppa pressione rispetto alle aspettative”, e una storia più allegra non guasta. Per i film “noir” c’è tutto un Festival a disposizione.
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