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Non controllate i clan arabi

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Controlli di polizia a Neukölln © il Deutsch-Italia
Controlli di polizia a Neukölln © il Deutsch-Italia
Neukölln © il Deutsch-Italia

Neukölln © il Deutsch-Italia

Basta con i rastrellamenti della polizia per controllare i clan arabi. Lo chiede Die Linke, il partito dell’estrema sinistra a Berlino. Perché mai? Le perquisizioni a tappeto a Neukölln, la zona della Capitale dove agisce la malavita controllata dai gruppi di immigrati, in parte libanesi, equivale a stigmatizzare gli stranieri. “È una follia”, protesta Falko Liekke , consigliere cristiano democratico nel quartiere, riferisce il quotidiano “Berliner Zeitung”.

La carica di consigliere per l’ordine pubblico a Neukölln (165mila abitanti, sui 3,6milioni della città), è stata offerta alla Linke dagli alleati Socialdemocratici e Verdi alla Linke, a Frau Sarah Nagel. “Perquisire i Shisha Bar, i caffè dove si fuma in narghilè e i negozi degli arabi, è discriminante”, protesta. Durante la campagna elettorale ha promesso di bloccare i raid della polizia per garantire l’ordine pubblico.

“È irresponsabile populismo”, risponde Martin Hikel, socialdemocratico, il sindaco del quartiere, “i clan sono un pericolo per la società, a Berlino, la polizia non può venire fermata da un partito o da un politico”. Secondo le statistiche l’anno scorso nella Capitale sono stati compiuti 1.013 reati da parte di 291 affiliati ai clan, 130 per spaccio di droga, 118 aggressioni, cento furti. Sono state sequestrate droghe per oltre 40mila euro, 374 chili di tabacco per narghilè, 91 armi, 78 auto.

Andreas Giesel © CC BY-SA 4.0 Nicola WC

Andreas Geisel © Nicola WC, CC-by-sa 4.0, 2017 UEC Track Elite European Championships 002, CC BY-SA 4.0

“Poca cosa in una metropoli”, commenta Marcel Luthe, dei Freien Wähler, i liberi elettori, un movimento popolare, “in confronto ai guadagni per miliardi di euro della mafia”. Ma la criminalità organizzata è controllata da europei dell’Est, in maggioranza russi, e anche da arabi. Il Senato della Capitale, in particolare il senatore agli interni, il socialdemocratico Andreas Geisel, ha fallito nella lotta alla criminalità. Da Neukölln arriverebbe un pessimo segnale per i prossimi anni. In certe strade controllate dagli arabi, la polizia non osa più entrare, non solo a Neukölln. E non si compiono controlli in alcuni parchi cittadini, una sorta di zona franca abbandonata agli spacciatori.

I quartieri di Berlino, come gli arrondissement a Parigi, hanno una propria amministrazione con giunta e sindaco, coordinate dal Senato (la Capitale è una città Stato) e dall’Oberbürgermeister, il primo sindaco, che sarà Franziska Giffey, 43 anni, socialdemocratica. Fino a maggio era ministro federale per la Famiglia, nella coalizione di Frau Merkel, ma si è dovuta dimettere perchè aveva copiato la tesi di dottorato di ricerca. Un vizio di diversi politici, ma non grave a quanto pare per un sindaco.

La Giffey, per fortuna, sembra più energica del sindaco uscente, il compagno di partito Michael Müller, che ha preferito presentarsi come deputato. Aveva poche probabilità di essere riconfermato. Nei cinque anni del suo mandato si è sempre piegato alle richieste di Verdi e della Linke. Tra i sedici governi locali, quello di Berlino è stato giudicato il peggiore.

La coalizione rosso-rosso-verde, tra Socialdemocratici ecologisti e Linke, è stata confermata, ma evitando in extremis che diventasse sindaco Bettina Jarasch, leader dei Grünen. I Verdi governano da nove anni il Land del Baden Würrtemberg in modo eccellente, ma il partito ha diverse anime e i compagni della metropoli sono ben diversi e meno affidabili di quelli di Stoccarda.

© il Deutsch-Italia

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Berlino sprofonda nel caos, denuncia il collega Fabin Busch. E se ne è avuta la dimostrazione il 26 settembre, il giorno delle elezioni. Sono mancate le schede, o sono state inviate al quartiere sbagliato. Gli elettori hanno votato fino a tre ore dopo la chiusura delle elezioni, perché stavano già in fila. E come se non bastasse, quel giorno è stata corsa anche la maratona che ha bloccato il traffico. Si chiede che le elezioni vengano annullate, ma è difficile che avvenga.

I debiti della metropoli sono lievitati a oltre 63,7miliardi di euro. Eppure è stato indetto un referendum per espropriare le grandi società immobiliari. Con quali fondi? Una consultazione inutile che ha ottenuto la maggioranza, ma ha solo un valore consultivo. Tempo e denaro sprecati per una prova di forza demagogica.

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© per gentile concessione di ItaliaOggi

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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