La prima decisione del nuovo sindaco di Roma Roberto Gualtieri sarebbe stata di aumentare le tariffe dei parcheggi in centro, e di abolire gli sconti per i residenti. Ho subito pensato: perché non aumentare i bus e garantire che le corse siano regolari? Era una fake news, ci sono cascato, a volte le balle sono verosimili. A Roma vivo al centro, sono dunque un privilegiato, e non ho auto né voglio comprarla in futuro. Vado a piedi, fa bene, e spesso arrivo prima che se avessi aspettato un bus. Inoltre, in centro a Roma, e ritengo anche altrove, i parcheggi a pagamento sono scomparsi, occupati dai tavolini dei ristoranti. Un rischio per i pedoni, costretti a camminare in mezzo alla strada, insidiati da chi va in monopattino e non dalle auto.
Continua la demonizzazione degli automobilisti, un pericolo per il clima. Anche in Germania. Nelle trattative per formare la nuova coalizione, i Verdi e i Socialdemocratici propongono di abolire diversi sconti fiscali, quelli che rendono le tasse più equilibrate che da noi. Sempre in nome del clima. Cominciano dalla “Pendlerpauschale”, cioè lo sgravio per i pendolari. I contribuenti possono dedurre dalle tasse il costo chilometrico da casa al luogo di lavoro, andata e ritorno, per cinque giorni alla settimana. La proposta viene da Dirk Messner, presidente dell’Umweltbundesamt, l’ufficio federale per la tutela dell’ambiente.
La scusa è che non dovrebbero mettersi al volante, e andare al lavoro in metro o in bus. Ma già adesso si ha diritto alla deduzione, 35 cent a chilometro, con un tetto di circa 1.500 euro all’anno, anche se si usano i mezzi pubblici, o si va in bicicletta. Non si deve dimostrare di aver usato l’auto. Diciamo, che è una sorta di risarcimento per il tempo perso per andare in ufficio. Invece, secondo Herr Messner, sarebbe un privilegio, come le sovvenzioni per il diesel, in passato favorito e oggi demonizzato, e le facilitazioni per le auto di servizio.
Già in passato si era proposto di abolire lo “sconto per i pendolari”, e tredici anni fa la Corte Costituzionale sancì che non si tratta di una sovvenzione o di un regalo fiscale, come si ripete oggi. È diritto dei lavoratori dedurre dal reddito il costo per andare in ufficio o in fabbrica, come un imprenditore può dedurre dagli utili gli investimenti per migliorare la produzione.
Si puniscono quanti hanno deciso di vivere fuori città, o sono stati costretti a abbandonare i centri a causa dei prezzi degli alloggi. Una contraddizione. Un esodo reso meno difficile grazie anche alla rete dei servizi pubblici. A Berlino si può abitare a trenta o quaranta chilometri del centro, e viaggiare sui treni regionali seduti leggendo un libro o un giornale. Ma ora i prezzi dei biglietti vengono aumentati. Non c’è scampo. Un biglietto di autobus nella capitale, oltre le sei fermate è salito da 2,80 a tre euro, e se si abita in periferia arriva a 3,80 euro. E vale solo in un senso, se si torna indietro anche senza superare il limite orario, si deve pagare un altro biglietto.
Infine, commenta “Die Welt”, in Germania le imprese, grandi o piccole, non sono concentrate, ma distribuite sul territorio. A Monaco o a Stoccarda, gli operai della Bmw o della Mercedes, possono vivere nelle vecchie fattorie di famiglia, e continuare a coltivare i campi durante il fine settimana.
In realtà si tenta di far quadrare il bilancio, aumentando gli introiti fiscali per compensare gli investimenti proposti per il clima (per i Verdi si dovrebbe arrivare a 50miliardi di euro), pur senza aumentare in apparenza le tasse. Perché voler cancellare anche la deduzione per chi lavora in casa? Il contribuente può dedurre la stanza dove lavora, in rapporto all’affitto o alle spese di condominio per chi è proprietario. Si risparmiano pochi euro all’anno, ma è uno sconto amato dai tedeschi, e controllato burocraticamente dal Finanzamt, il fisco, per evitare abusi. La stanza deve essere adibita solo al lavoro, come per i professori che correggono i compiti, o riservata al lavoro a distanza. Basta un divano letto accanto alla scrivania, e si perde lo sconto. E chi lavora a domicilio di sicuro non inquina l’ambiente. Sarebbe superfluo aggiungere che questi sgravi favoriscono il ceto medio.
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