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La privacy ha una data di scadenza?

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Bad Homburg
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Bad Homburg

Bad Homburg

Il diritto alla privacy ha una scadenza, o è per sempre? Il centro termale di Bad Homburg ha messo online il libro degli ospiti, clienti delle terme, o giocatori del casinò. Con un clic si può scoprire chi soggiornò nella cittadina dell’Assia, oggi 54mila abitanti, non lontano da Darmstadt, tra il 1835 al 1918, quando la Germania era composta ancora da tanti Stati e Staterelli, come l’Italia, alla sconfitta della Grande Guerra, la fine del Reich di Bismarck, e della monarchia. Prevedo l’obiezione: e a chi importa, vecchie storie. Ma un secolo non è un tempo lungo, sono le storie dei nostri nonni. Alcuni, non solo i tedeschi, potrebbero scoprire un affaire della nonna. O che il patrimonio di famiglia è stato perduto alla roulette. Bad Homburg è meno nota di Baden Baden, ma nell’Ottocento e nella Belle Epoque era una località alla moda, e richiamava nobili e politici dall’Europa, dalle Americhe e dall’estremo Oriente. L’ultimo Kaiser Wilhelm II veniva ogni estate e risiedeva nel castello, seguiva le manovre militari e le prime corse in auto.

Nell’Ottocento si cominciò a tenere liste degli ospiti, e a conservarle nell’archivio municipale. Le acque erano considerate dai medici tra le migliori del Continente per i disturbi di stomaco e per quelli nervosi, ma venire a Homburg per la stagione era considerato un dovere mondano. Durante le passeggiate nel parco, i balli e le pause nei concerti, si intrecciavano rapporti politici e finanziari, tra il pettegolezzo e il complotto. Non tutti soggiornavano negli hotel di lusso o nelle pensioni, come il Kaiser molti preferivano una residenza privata, e affittavano una villa per l’estate. Però i loro nomi furono registrati dalle terme, o dal Casinò, che venne chiuso nel 1875, dopo diversi scandali, fortune andate in rovina, e qualche suicidio.

Fyodor Mikhailovich Dostoyevsky nel 1876

Fyodor Mikhailovich Dostoyevsky nel 1876

Dostojevski era un cliente assiduo e sfortunato del Casino, venne a Bad Homburg diverse volte tra il 1863 e il 1867. Il romanzo “Il giocatore” è autobiografico, lo scrisse in 28 giorni per pagare i debiti di gioco. La città fittizia di Roulettenburg non è che Bad Homburg, che a ricordo ha posto nel 2014 una statua dello scrittore nel parco cittadino, opera dello scultore russo Nicolai Karlychanov.

Il 19 maggio del 1867, scriveva alla moglie: “ho giocato per dieci ore e alla fine ho perduto… all’inizio stavo per vincere, poi la fortuna ha girato”. Il giorno dopo, ancora una lettera: “Non ci crederai, ho perso tutto fino all’ultimo copeco”. La statua è realistica, e Dostojevski è seduto con atteggiamento depresso.

Anche lo scrittore appare tra i 550mila nomi schedati in quattro anni di lavoro, accompagnati da cinque milioni di informazioni. Basta un clic per curiosare nel registro. Una miniera per gli storici, e per gli scrittori. Ad esempio si scopre che all’inizio del settembre 1890 giunse dalla Malesia il sultano di Johore, Abu Bakar, e scese all’hotel Royal Victoria, e si incontrò più volte con l’ambasciatore brasiliano Gabriel de Toledo Piza, ospite al “Ritter’s Park Hotel”, e cenò con la contessa italiana de Lardarel. I dati sono collegati, e si può scoprire in quale camera si era alloggiati, e quali fossero gli ospiti della vicina suite.

Sigmund Freud nel 1926

Sigmund Freud nel 1926

Prima o poi apparirà un libro con qualche rivelazione pruriginosa. Alcuni storici sono peggio o meglio degli investigatori privati. Franz Maciejewski, è sociologo e psicoanalista, ed è andato sulle tracce di Sigmund Freud che il 13 agosto del 1898 arrivò a Sils Maria, in Engadina, e scese allo Schweizerhaus. Si registrò alla reception come “Dr. Freud und Frau aus Wien”. Ma quel giorno Martha era a casa, e il marito infatti le mandò una cartolina del paese dove Nietzsche andava in vacanza.

Il professore era in viaggio con la giovane cognata Minna Bernays, 33 anni. Fatto noto, agli storici della psicoanalisi, secondo cui lei lo accompagnava in viaggio solo perché la sorella era occupata con i figli. Ma Minna e Sigmund si divisero la camera numero 11, che aveva un letto matrimoniale. Colpa dello Schweizerhaus che mostra per vanità il libro degli ospiti a chi lo chieda. Il professore non avrebbe diritto alla privacy, anche un secolo dopo la scappatella in Svizzera? Per chi vuole, oggi una doppia come quella di Freud costa trecento franchi.

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© per gentile concessione di ItaliaOggi

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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