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Anche Hitler era un “verde”

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Sotto la camicia bruna, Hitler aveva un cuore verde? L’estate anche in Germania è tempo di repliche per la tv, pubblica o privata. Il campionato d’Europa è stato una breve pausa. All’ARD, il primo canale statale, hanno ripescato un “Tatort”, i gialli che vanno in onda alla domenica, vecchio di un paio d’anni. L’avevo perso. “Sonnenwende”, solstizio, si svolge nella Foresta Nera, dalle parti di Friburgo. Il commissario si divide tra la divisa e la fattoria di famiglia che non sa come mandare avanti. Un doppio lavoro, come mezzo secolo fa alla Fiat di Torino, dove gli operai piemontesi alla catena di montaggio erano ancora in parte contadini. Sonnehild, antico nome germanico, figlia del fattore suo vicino, è morta di diabete, ma la morte della ragazza non è chiara.

Il vicino e amico aiuta il commissario nella raccolta delle prugne. Non deve ingaggiare stagionali che arrivano dalla Romania o dalla Bulgaria: loro sono mercenari, lo fanno per denaro, gli spiega, siamo noi che dobbiamo curare la nostra terra. Lentamente, accecato dall’amicizia, il poliziotto si accorge che la fattoria del vicino è il centro di un gruppo di neonazi, la ragazza è stata lasciata morire perché si era innamorata di un immigrato. Un’invenzione cinematografica? Quanto c’è di vero?

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La collega Andrea Röpke, specialista dell’estrema destra, autrice di un paio di libri, commenta che, a parte la trama gialla, tutto il resto è verosimile. L’ecologia è sempre stato un tema sensibile per l’estrema destra, anche al tempo del III Reich. Per i nazisti la difesa dell’ambiente equivale all’Heimatschutz, la difesa della piccola patria. Nel film il fattore è un maniaco della coltivazione biologica, senza concimi, la frutta raccolta a mano, marmellate senza conservanti, si rispetta la natura per preservare le antiche tradizioni, la pura anima germanica. I coloni neonazi, racconta Frau Andrea, comprano le vecchie fattorie che non sono più redditizie, non solo nella Foresta Nera, ma in diverse regioni tedesche. Il Verfassungsschutz, letteralmente l’ente statale per la difesa della costituzione, responsabile del controllo interno, trascura il fenomeno. Secondo Röpke, anche perché i neonazi “verdi” hanno simpatizzanti nelle alte sfere. Un fenomeno marginale, e i coloni nostalgici vivono in comunità chiuse, e – sembra – non violente.

Annalena Baerbock © Grüne.de

Annalena Baerbock © Grüne.de

Perché hanno riesumato questo Tatort proprio a pochi mesi dalle elezioni (si vota il 26 settembre)? Ancora a maggio, la vittoria dei Verdi sembrava certa, poi la leader Annalena Baerbock, data come erede di Frau Merkel, ha compiuto una serie d’errori imperdonabili, e il partito dal 30 è crollato in poche settimane al 19. Ma la programmazione televisiva avviene con largo anticipo. Forse il ripescaggio del giallo tra i boschi di Friburgo non è stato casuale, o forse sono io ad essere maligno.

Certamente, non bisogna generalizzare né esagerare. Ma la storia serve a capire che i Verdi non sono tutti di sinistra. C’è sempre stata un’ala di destra. D’altra parte chi vuole tutelare, la natura o le tradizioni, è ovviamente un conservatore. E alcuni esagerano. È giusto preoccuparsi delle auto che avvelenano l’ambiente e i nostri polmoni, ma a Berlino i Verdi vorrebbero trasformare la metropoli in dieci anni in un idillio ottocentesco, dove ci si muoverà solo in monopattino o in bici.

Eva Braun e Hitler al Berghof © Bundesarkiv B F051673-0059 © CC BY-SA 3.0

Eva Braun e Hitler al Berghof © Bundesarkiv B F051673-0059 © CC BY-SA 3.0

Tornando a Hitler, è noto che il Führer, nato sul confine tra Baviera e Austria, amasse i boschi e i prati verdi, le passeggiate lungo i laghi ed i torrenti a fianco della bionda Eva. E nel suo rifugio tra le Alpi incontaminate bavaresi sognava di conquistare il mondo.

La prima legge per la difesa dell’ambiente in Germania, anzi nel mondo, fu emanata nel 1935, un anno prima delle Olimpiadi con la croce uncinata. Il testo si trova in rete ed è di una sorprendente attualità. Si scende nei dettagli, si ordina cosa e come si debba tutelare, dalla coltivazione all’allevamento del bestiame, senza dimenticare gli animali selvaggi, come evitarne l’estinzione, quando e come cacciarli, come tutelare il loro ambiente naturale. Si trascurano le fabbriche, non si può essere troppo attenti all’ambiente e alla tutela degli operai, se si producono panzer e cannoni per il III Reich.

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© per gentile concessione di ItaliaOggi

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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