La Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (GAM), nell’ambito della retrospettiva “Helmut Newton – Works” in programma fino ai primi di maggio, ma sicuramente prolungata a data da destinarsi a causa della sua attuale inagibilità per via del Coronavirus, ha deciso di promuovere un concorso fotografico dal titolo “#fotoimperfetteGAM”.
Partendo dall’opera in esposizione, che vede ben 68 scatti del grande fotografo tedesco scelti da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation Berlin, l’iniziativa si ripropone di mettere in pratica attraverso le foto dei visitatori, quanto diceva lo stesso Newton: “Spesso cerco di fare delle ‘brutte foto’. Certo non posso fare a meno di lavorare meticolosamente, ma mi piace che le fotografie sembrino sbagliate… Preferisco i colori sparati, che fanno pensare a un errore nello sviluppo… Mi capita di tenere la macchina un po’ di traverso, quanto basta perché la foto non sia troppo perfette”. Alla riapertura della mostra la GAM stamperà e metterà in mostra gli scatti migliori di quanti avranno partecipato al contest fotografico, oltre a pubblicarli nelle “Instagram Stories” della Galleria.
Invece la mostra dedicata al grande maestro spazia dagli scatti degli anni Settanta, con foto memorabili fatte per le copertine di Vogue, al ritratto della regista tedesca Leni Riefenstahl (la musa di Hitler) del 2000. Quattro le sezioni che vedono numerosi ritratti di personaggi famosi del Novecento, tra i quali Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Paloma Picasso (1983), Catherine Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Claudia Schiffer (1992) e Gianfranco Ferré (1996). Inoltre vi sono le foto delle importanti campagne di moda, e alcuni servizi realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler nel 1998.
Newton era nato a Berlino, nel quartiere di Schöneberg nel 1920, da una famiglia ebrea proprietaria di una fabbrica di bottoni. Fin da giovane si interessò alla fotografia, collaborando con la fotografa tedesca Elsie Neulander Simon, ma a seguito delle leggi razziali nel 1938 si rifugiò a Singapore. Da qui, espulso dalle autorità britanniche, fu trasferito in Australia, dove nel 1945 cambiò il suo cognome originario Neustädter in quello con il quale è diventato famoso in tutto il mondo: Newton (che è la traduzione quasi perfetta di quello tedesco). Nel 1948 si sposò con l’attrice australiana June Browne, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Alice Springs, e nel 1961 si trasferì a Parigi, iniziando la sua collaborazione con riviste prestigiose come Vogue, Harper’s Bazaar, Elle, GQ, Vanity Fair, Max e Marie Claire. In seguito si trasferì prima a Montecarlo e poi a Los Angeles, dove morirà a causa di un incidente stradale nel 2004. Le sue spoglie sono sepolte per sua volontà nel Städtischer Friedhof Stubenrauchstraße, meglio conosciuto come il “cimitero degli artisti” (Der Künstlerfriedhof) nel quartiere berlinese di Fridenau, a pochi passi dalla sua grande amica Marlene Dietrich.
Solo un anno prima della sua morte aveva donato una collezione di foto alla fondazione Preußischer Kulturbesitz, sempre nella Capitale tedesca. È attualmente esposta al Museo della Fotografia, appunto sede della Helmut Newton Foundation di cui Matthias Harder (1965 -Kiel) ne è stato il curatore fino al 2004.
L’opera di Newton abbraccia decenni, sfugge a qualsiasi classificazione e trascende i generi, apportando eleganza, stile nella fotografia di moda, esprimendo la bellezza e il glamour, realizzando un corpus fotografico che continua ad essere inimitabile e senza confronti. In particolare, travalicando i tradizionali approcci narrativi, la fotografia di moda del Maestro è intrisa non solo di lussuosa eleganza e seduzione sottile, ma anche di riferimenti culturali e di un sorprendente senso dell’umorismo.
Partecipate numerosi all’iniziativa. Chissà che non sia l’occasione per scoprire un nuovo talento dell’arte fotografica.
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