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Stefano Di Battista: Gabriel’s Oboe

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Stefano Di Battista e la sua band © Stefano Di Battista
Stefano Di Battista e la sua band © Stefano Di Battista
Stefano Di Battista e la sua band © Stefano Di Battista

Stefano Di Battista e la sua band © Stefano Di Battista

Venerdì 19 marzo 2021, Warner Music con Warner Music Germany ha pubblicato Gabriel’s Oboe, il terzo singolo di Morricone Storie, l’album che è un omaggio al compositore e Premio Oscar Ennio Morricone, del noto sassofonista Stefano Di Battista, in uscita quest’oggi in formato cd, vinile e digitale. Gabriel’s Oboe è uno dei capolavori più amati del grande Maestro, grazie ad un emozionante solo di oboe che ha reso ancor più indimenticabile la colonna sonora di The Mission, celebre film interpretato da Robert De Niro, Jeremy Irons e Liam Neeson. Nell’album Morricone Stories, Stefano Di Battista va a riscoprire una personale e accurata selezione tra le oltre 500 colonne sonore scritte da Morricone: paesaggi sonori che divengono perfetti standard jazz, come la swingante e ironica Metti una sera a cena, il duello di improvvisazioni de Il buono, il brutto e il cattivo con il sax che “suona” il verso del coyote alla stregua del brano originale, e il dolcissimo Tema di Deborah di C’era una volta in America, una delle più belle invenzioni di Morricone.

Altra “perla” del disco, per la prima volta incisa in versione puramente strumentale, è il brano Flora che Morricone scrisse proprio a Di Battista: un simbolo della stima e dell’amicizia che li legava. Con una carriera parallela tra l’Italia e la Francia, Stefano Di Battista ha collaborato con grandi nomi del panorama nazionale e internazionale, tra cui Michel Petrucciani, Elvin Jones, Jacky Terrasson, Jimmy Cobb, Richard Bona, Claudio Baglioni, Renato Zero, Fabrizio Bosso, Flavio Boltro, Rita Marcotulli, Baptiste Trotignon, Aldo Romano, Michel Benita, Adriano Celentano, Jovanotti, Tiromancino. Noto è anche il suo duo con la cantante, e moglie, Nicky Nicolai. Suoi compagni di viaggio per questo disco: il pianista Fred Nardin, che ha collaborato agli arrangiamenti, il contrabbassista Daniele Sorrentino e il batterista André Ceccarelli.

Stefano Di Battista e la sua band © Stefano Di Battista

Stefano Di Battista e la sua band © Stefano Di Battista

Stefano Di Battista nasce a Roma il 14 febbraio del ‘69 da una famiglia di musicisti ed appassionati di musica. Inizia a studiare il sassofono all’età di 13 anni in una banda di un piccolo quartiere. È qui che, fino all’età di 16 anni, ha sperimentato quella che sarebbe diventata una delle qualità essenziali della sua musica: l’allegria. Durante questo periodo ha due incontri decisivi: scopre il jazz, innamorandosi del suono “acidulo” di “Art Pepper” (“…immediatamente volevo suonare in quel modo… fu l’inizio della mia passione”) e incontra l’uomo che diventerà il suo mentore, il leggendario alto sassofonista Massimo Urbani (“lui era un mostro, suonava senza conoscere cosa venisse dopo. Istintivamente”). La sua strada è ormai segnata: sarà un musicista jazz. Si iscrive al conservatorio, perfeziona la sua tecnica familiarizzando con la tradizione classica del sassofono (Jacques Ibert, ecc.) conseguendo il diploma con il massimo dei voti all’età di 21 anni. Nel ‘92 si trova per caso a suonare al “Calvi Jazz Festival”; e incontra dei musicisti francesi, primo fra tutti Jean-Pierre Como che lo invita a suonare a Parigi. Per Di Battista è una rivelazione (“quando sono arrivato in Francia, avevo l’impressione di essere nato lì. In Italia avevo l’impressione di non esistere…”).

Da quel momento in poi, Stefano ha fatto la spola tra Roma e Parigi, moltiplicando le sue audizioni in modo da procacciarsi qualche ingaggio. Riesce a procurarsi due concerti al “Sunset” di Parigi, con un trio formato dal batterista Roberto Gatto e dal contrabbassista francese Michel Benita. Gatto rinuncia e viene rimpiazzato all’ultimo minuto dal batterista Aldo Romano, che rimane colpito dallo stile affascinante del sassofonista. In un attimo è nata un’amicizia tra i due. La seconda sera Stèphane Huchard è alla batteria e invita Laurent Cugny, prossimo a prendere le redini dell’ONJ (Orchestra Nazionale del Jazz). Stefano viene assunto all’istante. In due sere da sogno la vita di Di Battista è cambiata. È il 1994 e la sua carriera decolla a Parigi.

Stefano Di Battista e la sua band © Stefano Di Battista

Stefano Di Battista e la sua band © Stefano Di Battista

Si stabilisce nella città e oltre a partecipare al progetto di Aldo Romano dal quale sono scaturite due registrazioni discografiche (Prosodie e Intervista) e la presenza nell’ONJ diretta da Cugny, continua ad incontrare gente, tiene alcuni concerti in trio con Daniel Humair e J.F. Jenny Clark, suona con musicisti americani di passaggio come Jimmy Cobb, Walter Brooker, Nat Adderly, ecc. La carriera di Di Battista è a una svolta. Pilastro dei vari gruppi di Aldo Romano, membro del sestetto di Michel Petrucciani, Stefano incomincia a pensare alla realizzazione di un progetto a suo nome. Nel ‘97 il suo primo album per la “Label Bleu”, dal titolo “Volare”, lo vede al fianco di Flavio Boltro alla tromba, Eric Legnini al piano (il suo pianista di questi ultimi anni), Benjamin Henocq alla batteria e Rosario Bonaccorso al contrabbasso (“la ritmica che ho sempre desiderato”). Nel ‘98 arriva il suo primo ingaggio per la storica “Blue Note”, per la quale inciderà l’album “A prima vista”, accompagnato dalla stessa formazione di musicisti, che tra le altre cose diventerà il suo gruppo stabile di riferimento. Nel luglio 2000, la registrazione di un disco magistrale dove Stefano è affiancato dall’incomparabile presenza di Elvin Jones alla batteria (il leggendario batterista di John Coltrane), Jacky Terrasson al piano e Rosario Bonaccorso al contrabbasso. Il disco, dall’omonimo titolo, uscirà poi nell’Ottobre 2000. Il nuovo disco, oltre ad avere grandi riconoscimenti da parte della critica internazionale, ha vinto il prestigioso premio francese “Telerama”, classificandosi al primo posto nelle classifiche europee come disco più venduto.

Stefano Di Battista – Ennio Morricone: Gabriel’s Oboe

© Youtube Jazz News

 

Disponibile su Spotify http://spoti.fi/3s5zO8U, YouTube https://youtu.be/v3fYeNk07zQ, Apple Music http://apple.co/3eVCFxq e nei vari digital stores e piattaforme streaming http://wmg.click/gabrielsoboe, Gabriel’s Oboe segue i primi due singoli: Peur sur la ville (dall’omonimo film poliziesco del 1975 diretto da Henri Verneuil) e Cosa avete fatto a Solange? (tratto dalla colonna sonora dell’omonimo film del 1972 diretto da Massimo Dallamano).

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