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Salvate il Currywurst

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© il Deutsch-Italia
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La campagna elettorale è in corso, e i candidati dibattono grandi temi, come salvare il pianeta, rinunciare all’auto oppure no, vaccino obbligatorio contro il Covid, stangare i ricchi o abbassare le tasse, ma un campione come Gerhard Schröder, un animale politico vecchio stile, sa quel che interessa alla gente. Non è un commento ironico. A 77 anni, è tornato in campo per difendere il diritto di mangiare quel che si desidera. Lo Stato non si preoccupi del colesterolo.

La mensa di uno stabilimento della Volkswagen a Wolfsburg, in Bassa Sassonia, ha deciso di cancellare il Currywurst dal menu, l’amata salsiccia piccante con le patatine, coperte di ketchup o di maionese, per i golosi dalle due salse insieme. I responsabili della Kantine, la mensa, una delle più grandi della VW, hanno deciso che per il bene di lavoratrici e lavoratori, al ritorno dalle vacanze, serviranno solo pietanze vegetariane o vegane.

“Che sciocchezza”, commenta Gerhard, “il Currywurst dà energia, chi lavora ha bisogno di un cibo sostanzioso, e che sia gustoso. Se fossi ancora nel consiglio di sorveglianza della VW non avrei mai autorizzato una simile decisione”. La casa automobilistica è l’unica grande impresa a partecipazione statale in Germania, e quindi i rappresentanti dei partiti siedono in direzione. Fu Schröder, a suo tempo, a favorire la settimana corta di quattro giorni, orario ridotto con relativo taglio del salario, per breve tempo e salvare diecimila posti di lavoro.

L’ex Cancelliere sa d’istinto quel che interessa alla gente. Per giustificare il suo terzo divorzio, vent’anni fa, confessò: “Hiltrud è vegetariana e mi vieta di mangiare Currywurst”. In realtà la signora si preoccupava per la linea del marito, ma subito tutti furono dalla parte di Gerhard, anche le donne. Schröder, ora giunto al quinto matrimonio, aggiunge nel suo breve messaggio di conoscere tutti i chioschi a Berlino dove si servono i migliori Currywurst, e di andarci quando si trova nella Capitale. Io so qual è il suo preferito, un locale sulla Kurfürstendamm, il grande viale in quello che fu il settore occidentale, dove si serve la versione più piccante, accompagnata se si vuole con un calice di Sekt, lo spumante tedesco, o di champagne. Schröder nella Capitale non manca mai di andare a cena nel suo ristorante italiano, il “Bocca di Bacco”, che ha una sala riservata dove può gustare i suoi spaghetti in pace.

Il Currywurst è nato a Berlino, subito dopo la guerra, e una lapide ricorda dove si trovava il chiosco che per primo lo servì. I soldati americani avevano nostalgia del ketchup e furono accontentati. Ma l’anno scorso nelle mense, di aziende e delle scuole, i Wurstel sono stati battuti dagli “spaghettibolognese”, da scrivere tutto attaccato.

Quando fu sconfitto nel 2005 per una manciata di voti da Frau Merkel, Schröder decise di abbandonare la politica, si dimise perfino da deputato, e tornò a guadagnare come avvocato. Ma di quando in quando torna a dire la sua, o si adopera per aiutare l’Spd, anche se i compagni non gli sono grati. Oggi lo criticano apertamente per il suo taglio allo Stato Sociale, che tuttavia rimane il più generoso al mondo, una decisione che avviò la ripresa della Germania, in crisi dopo la riunificazione, come ha riconosciuto con fair-play Frau Merkel.

L’hashtag di Gerhard, “#rettetdiecürrywurst”, salvate la salsiccia, ha provocato centinaia di commenti dei lettori della “Welt”, che ha pubblicato la notizia. Pochi sono quelli contrari. “Dopo la cancel culture siamo arrivati al cancel the food, che pretende di trasformare in vegetariani tutti gli operai della VW, si arrabbia Mike L., stiamo diventando un Paese come la Corea del Nord o la scomparsa Ddr”. “Herr Schröder ha il coraggio di dire quel che molti pensano, ma non osano dire… non comprerò più una VW”, commenta Michael H. “Alla VW ora non resta per coerenza di rinunciare alle auto individuali pericolose per il clima”, ironizza Heiko J. “È questa la nuova democrazia tedesca?”, si chiede Alex W. “Il miglior Cancelliere che ci sia mai stato”, Klaus M. è sintetico. Se il vecchio Gerhard avesse deciso di scendere in campo, l’Spd avrebbe guadagnato oggi almeno un paio di punti.

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© per gentile concessione di ItaliaOggi

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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