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Le “signore in rosso” di Berlino

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Lobby © Kempinski-Hotel Elisabeth Fransdonk
Lobby © Kempinski-Hotel Elisabeth Fransdonk
The woman in red

The woman in red

La signora in rosso” è il titolo di un film di Gene Wilder (1984). Il protagonista si innamora perdutamente di una modella che gli appare su un gigantesco cartellone. Era un remake. Gli americani copiano invece di doppiare i film stranieri. E Wilder rifece una pellicola francese, più piccante, con Jean Rochefort, che in Italia apparve con il titolo “Certi piccolissimi peccati”. Jean e Gene riusciranno a peccare solo con il pensiero.

Berlino offre una squadra di signore in rosso, seducenti, eleganti, capaci di parlare la vostra lingua, e esaudiranno ogni vostro desiderio, o quasi. Non quello che qualcuno già comincia a sospettare. E si comprende perché la metropoli prussiana ha superato Roma per numero di turisti stranieri, non solo per i ragazzi che arrivano con un volo low-cost e rimangono un week-end dormendo in un hotel.

Lady In Red © Kempinski-Hotel Filipe Wiens

Lady In Red © Kempinski-Hotel Filipe Wiens

Gli alberghi a cinque stelle sono 27, ma diventano sempre di più. Non so quanti siano a Roma, è la mia città, e non vado ovviamente in albergo. Vi ho dormito solo una notte anni fa invitato per un convegno, e non pagavo io. La camera costava mezzo milione di lire, il massimo per l’epoca. Oggi, sfiora gli 800 euro. Per il lavoro non riuscii a cenare, a mezzanotte chiamai il room service per chiedere un toast. Mi risposero che la cucina era chiusa. Credo che a quel livello, non dovrebbero negarti un panino. Lo stesso mi capitò in un celebre albergo di Venezia. Intervistavo un ospite a tarda sera, e chiedemmo un caffè. La cucina è chiusa, ci annunciarono, e ci accontentammo di un bicchiere d’acqua, dato che né io né lui volevamo un whisky al bar.

A Berlino una signora in rosso vi porterà in camera anche un bicchiere di latte, a qualunque ora, garantendo che come desiderate è appena munto, e non a lunga conservazione. Gli ospiti dell’“Adlon”, che si vanta di essere uno dei migliori al mondo, hanno di questi capricci. A volte i clienti equivocano, come Gene e Jean, ma sono rischi previsti. Le cinque “Frauen in rot” hanno già ricevuto un paio di proposte di matrimonio, spettegola “Die Welt”.

Presidential Suite © Kempinski-Hotel Elisabeth Fransdonk

Presidential Suite © Kempinski-Hotel Elisabeth Fransdonk

Annelle Wagner, 23 anni, è una di loro. Due anni fa ha superato la prova d’ammissione all’“Adlon”. E ha cominciato alla reception: «I clienti si aspettano che tu risolva ogni loro problema, alcuni lo pretendono, come se fosse scontato, compreso nel prezzo, anche se certi desideri rasentano l’impossibile». Lei e le colleghe cercano di accogliere ogni ospite, abituale o occasionale, come un amico. «Con molti di diamo del tu», dice. In Germania non è un particolare trascurabile. «E conosco dettagli della sua vita privata, non per curiosità, e indispensabile sapere chi sia lui, o lei, che si affida a te». Molti clienti indicano, già prima dell’arrivo, quale signora preferiscono.

La signora in rosso deve essere disponibile a qualunque ora, e pronta a tutto. E il latte fresco? Come è stato possibile trovarlo in una metropoli? «In effetti una pretesa assurda», spiega Annelle, «ma la mia collega ha scovato una fattoria alle porte della Capitale, e dopo 45 minuti era di ritorno con il latte». Tutto questo deve avere un costo, ma in conto non vengono addebitati extra per “capricci”. È tutto compreso.

Presidential Suite © Kempinski-Hotel Joe Agdeppa

Presidential Suite © Kempinski-Hotel Joe Agdeppa

Ma è meglio sapere in anticipo i desideri di chi sta per arrivare. Il cliente dovrebbe indicarli al momento della prenotazione, al di là delle esigenze più comuni, se è vegetariano o vegano. I cinesi chiedono una zuppa a colazione, i musulmani desiderano sapere come è orientata la loro camera, per sapere dove si trovi la Mecca, o quali fiori si preferisce trovare in camera. In media ogni giorno i clienti particolari sono cinque o sei. E ogni signora prende nota delle esigenze del “suo” ospite.

È un errore non ricordare le idiosincrasie e le preferenze di ciascuno, dice Frau Annelle, tutti si aspettano che tu non ti sia dimenticata di loro. Alcuni abusano, o credono di poter abusare, ammette, ma anche le Frauen in rot, hanno le loro preferenze, e i clienti fastidiosi vengono messi da parte con gentilezza. La prossima volta, quando prenotano, gentilmente gli verrà detto che le signore sono già tutte prenotate.

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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