Hitler incitò alla rivolta al circo equestre. Per infiammare gli animi, il 30 ottobre del 1923, pochi giorni prima del fallito putsch (otto e nove novembre) scelse a Monaco il tendone del Circo Krone, che accoglieva fino a quattromila spettatori. Il futuro Führer era un ospite gradito, tra leoni, elefanti e clown. Il circo tedesco, ancora il più grande al mondo, ha compiuto 150 anni, è sopravvissuto a due guerre, alla tragica inflazione della Repubblica di Weimar, al nazismo, alle critiche degli animalisti, ma forse non ce la farà a superare la crisi provocata dal Covid. La giornalista Ina Kuegler ha appena pubblicato “Manege frei!- die Geschichte des Circus Krone 1870 bis Heute” , come dire tutti in pista per un secolo e mezzo (19,90 euro).
Il Krone fa parte delle istituzioni bavaresi, come la Hofbräuhaus, la grande birreria, e l’Oktoberfest, un luogo legato ai ricordi di generazioni, si andava a vedere i leoni e i trapezisti da bambini, poi si tornava insieme con i figli, e i nonni con i nipoti. Ci sono altre pubblicazioni, libri strenna riccamente illustrati, ma la collega Ina rovina la festa ricordando le pagine buie. Carl Krone, nato nel 1833, lo fondò nel 1870, l’anno della guerra contro la Francia voluta da Bismarck per unificare nel Reich i diversi Stati tedeschi. Una storia dunque che accompagna dall’inizio quella della Germania. Il circo viaggia per l’Europa e infine nel 1919 sceglie Monaco per la sua sede stabile, rimasta fino ad oggi nella Marsstrasse.
Ha successo con i numeri delle belve e presenta anche un “Negergruppe”, esseri umani “esotici”, si esibiscono anche uomini e donne deturpati dalle malattie, casi clinici, i “mostri”. Si ride della donna cannone o della donna baffuta, dei nani e dei giganti. Si rischia la vita, il figlio di Fritz è un domatore di orsi, e muore aggredito da uno dei suoi animali. Nel 1930, un altro domatore è sbranato da un leone. Un incidente sul lavoro sfruttato come pubblicità: il pericolo è reale, il pubblico accorre in attesa più o meno inconscia dell’incidente, come oggi alle gare di Formula Uno.
Il tendone viene affittato per eventi e riunioni politiche, nessun partito escluso, ma i nazisti sono i più assidui, i loro convegni saranno il triplo di quelli dei socialdemocratici e comunisti messi insieme. E Carl Krone, nipote del fondatore, ha una tessera del partito nazista.
Il Krone nel ‘44 riporta gravi danni da un bombardamento, la ripresa dopo la guerra è lenta, fino all’inizio degli Anni Sessanta. Ancora si lavora senza problemi. Le dimostrazioni degli animalisti cominciano nel 2006, gli animali sono trattati male, hanno poco spazio nelle gabbie, addestrati con metodi crudeli, si deve rinunciare a diversi numeri, e i costi aumentano, i biglietti sempre più cari. Si cerca di reagire, gli animali vengono tenuti in semilibertà in spazi intorno al circo, si invita il pubblico ad assistere alle prove per addestrare gli animali. Ma non basta. Il Krone è condannato a una morte lenta?
Un circo raggiungeva ogni anno a Natale Palermo. Si esibiva non sono un tendone, ma al Politeama, un teatro fine secolo, i numeri avvenivano in un clima felliniano, vedevo i trapezisti volteggiare davanti a me seduto in un palco, leoni e tigri ruggivano in platea da dove erano state portate via le poltrone. Le foche giocavano con i palloni, e le scimmie davano la mano ai clown. Per me, uno spettacolo magico, gli animali mi sembravano felici per gli applausi. Un bambino s’inganna, ma io non posso cancellare i miei ricordi d’infanzia.
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La storia del circo Krone
© Youtube Circus Krone
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