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Se non paghi il biglietto vai in prigione

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Controlli sul bus © il Deutsch-Italia
Controlli sul bus © il Deutsch-Italia

© il Deutsch-Italia

Chi non paga il biglietto sul tram o in treno per noi è un portoghese. Non mi sembra che gli abitanti di Lisbona e dintorni abbiano mai protestato in nome del politically correct. Hanno senso dell’umorismo e altro a cui pensare. Io dovrei pretendere che dai menu delle pizzerie in Germania spariscano la “Pizza del padrino” o la “Pizza alla mafiosa”, se non altro in nome del buongusto. Di solito sono invenzioni fantasiose e disgustose. Inoltre nella mia Sicilia la pizza è arrivata da poco, quando andavo alle elementari non esisteva. Ma come i portoghesi lascio perdere.

Prima o poi qualcuno pretenderà che sparisca lo Schwarzfahrer, letteralmente il viaggiatore al nero, cioè il portoghese in tedesco. Un termine offensivo, è forse un’abitudine dei passeggeri di colore non pagare il biglietto? A Berlino e nel resto del Paese non è un’infrazione da poco. Per il paragrafo 265a del codice penale, se vieni pescato senza biglietto alla terza volta diventa un reato, e rischi di finire in prigione se non paghi la multa perché non vuoi o non puoi. Sempre secondo il codice, i giorni in cella possono essere tramutati in euro in base al tuo reddito. Per fare un esempio, un campione di calcio per una settimana pagherà magari centomila euro, un impiegato cinquecento. Un sistema valido anche per le infrazioni stradali. Ogni anno in media settemila Schwarzfahrer dal Baltico alla Baviera scontano in prigione il loro peccato.

Una S-Bahn di Berlino © il Deutsch-Italia

Una S-Bahn di Berlino © il Deutsch-Italia

È un rischio che sottovalutano i giovani che vengono a Berlino in cerca di una chance, e non avendo un titolo di studio adatto e ignorando spesso la lingua finiscono in bolletta, e viaggiano in metro a sbafo. Non ci sono tornelli nelle stazioni di metro. Sul bus, prima della Covid si saliva dalla porta anteriore passando davanti al guidatore a cui dovevi mostrare il biglietto, o pagarlo da lui. Adesso per evitare i contagi si sale anche dal retro, sulla fiducia.

Una tentazione che costa cara: da 50 a 60 euro. I controlli sono a tappeto, affidati di solito a giovani dall’aspetto insospettabile. E sono severissimi perché ricevono un premio in base ai risultati. Non accettano scuse neanche dagli stranieri, che non conoscono le regole. La corsa breve costa due euro fino a tre stazioni in metro, e sei fermate in bus, dopo costa tre euro. Se scendi alla settima, diventi un portoghese. Inoltre, un biglietto vale due ore, ma solo in un senso, se torni indietro devi rifarlo. E i turisti in metro perdono l’orientamento. Un mio collega aveva l’abbonamento mensile a partire dalle 10 di mattina, dopo l’ora di punta. Ha preso la metro alle 10 meno 5, e ha dovuto pagare 50 euro.

A Berlino sono tornati in libertà 32 viaggiatori a sbafo, riscattati dal Freiheitsfond, il fondo per libertà, un’idea del giornalista Arne Semsrott, 33 anni. Erano clochard, disoccupati, asociali con problemi psichici, irriducibili recidivi. Perché tenerli in galera? Molti quando escono finiscono per strada perché nel frattempo hanno perduto il loro alloggio.

Il fondo vive grazie alle donazioni, finora ha raccolto 69mila euro, e non può liberare tutti prima di Natale. Perché essere così spietati? Allo Stato converrebbe dimostrare buon cuore, se non altro per motivi economici. Ogni giorno trascorso in cella costa in media alle casse della capitale circa 150 euro. Il collega Arne con la sua azione ha fatto risparmiare ai contribuenti 727mila euro.

Una S-Bahn di Berlino © il Deutsch-Italia

Una S-Bahn di Berlino © il Deutsch-Italia

Gli Schwarzfahrer dovrebbero essere aboliti, propone, non per correttezza linguistica: “Il paragrafo 265a va cancellato, è ingiusto, esagerato e asociale. Colpisce i cittadini più disagiati”. E Arne è più radicale, per lui andrebbero aboliti i biglietti, i mezzi pubblici dovrebbero essere gratuiti per tutti, perché muoversi in città è un diritto di ogni cittadino.

È una vecchia idea che da noi qualcuno aveva proposto all’italiana in base al reddito. Come fare? Dovrei mostrare la mia dichiarazione dei redditi al controllore? Ora, con i Verdi tornati al governo dopo sedici anni passati all’opposizione, gli Schwarzfahrer potrebbero venire aboliti per salvare il clima: i tedeschi lascerebbero l’auto in garage per viaggiare in metro o in bus.

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© per gentile concessione di ItaliaOggi

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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