“Stamane mi ha stupito che mentre tutti venivano dal mercato portando in mano un ricordo di quello – o fiori, o legumi, od aglio – tutti volgessero lo sguardo ad un ramoscello di cipresso… Avevo tolto quei rami nel giardino Giusti, il quale giace in un amena posizione, e dove sorgono cipressi giganteschi, a grande altezza, a forma di piramide (…) quest’albero stupendo (…) vive non meno di tre secoli e si può pertanto dire meritevole di venerazione”. Così Johann Wolfgang Goethe nel suo “Viaggio in Italia”.
E ben tre secoli – a conferma di quanto afferma il celebre scrittore tedesco – sono trascorsi da quella memorabile passeggiata – prima che il cipresso da lui citato venisse spazzato via dalla furia dell’alluvione che ha colpito Verona il 23 agosto scorso.
Il pregiudizio illuminista circa l’inconciliabilità fra mentalità scientifica e mentalità poetica, hanno fatto scrivere a molti che Goethe come naturalista fu un dilettante che la scienza non può prendere in considerazione. Affermazioni che non trovano riscontro nella realtà ove si consideri che il poeta di Francoforte ci lasciò in eredità, tra l’altro, ben 14 densi volumi di scritti naturalistici, più una sterminata serie di pregnanti osservazioni scientifiche contenute nella sua corrispondenza e nei suoi diari. Questa sua testimonianza giunge in realtà a noi contemporanei quanto mai gradita e apprezzata.
A causa della tempesta che ha colpito, come dicevamo, la città scaligera, l’albero secolare descritto da Goethe è stato purtroppo abbattuto dalla furia del vento. Il “gigante” di uno dei giardini della rete Grandi Giardini Italiani or non è più. L’annuncio è comparso sulla pagina Facebook del “Giardino Giusti” che il 1° giugno scorso aveva annunciato con soddisfazione ai suoi lettori la riapertura dei cancelli, dopo il periodo del lockdown.
“Venite a riscoprire la bellezza dell’arte e la “lentezza” dello stare in mezzo alla natura in totale sicurezza”, c’era scritto nel post. Quasi una beffa l’arrivo improvviso di questo evento catastrofico che si è abbattuto su una delle città più belle e più frequentate dai turisti, soprattutto tedeschi.
Di tutt’altro tono il post pubblicato dalla stessa pagina domenica sera. Quasi un necrologio: “Il violento nubifragio che ha colpito ieri la città di Verona e il “Giardino Giusti”, si è portato via uno dei simboli di questo luogo, il secolare cipresso che per più di cinquecento anni ha accolto i visitatori all’ingresso.
“Siamo in attesa di un sopralluogo della Sovrintendenza ai Beni Cuturali – dichiara Marta Zambon – responsabile del settore eventi e comunicazioni del sito – per procedere allo smaltimento di tutti gli alberi che sono caduti a causa del nubifragio. Effettuate tutte le valutazioni del caso pensiamo di procedere in due direzioni. Celebrare il Cipresso di Goethe – che è stato sempre il simbolo di questo Giardino – sarà la nostra piorità. Non è ancora escluso tuttavia – afferma la Zambon – che con l’aiuto di tecnici ed esperti il cipresso potrà tornare al suo posto. In seconda battuta stiamo pensando a una ‘ricostruzione’ che aggiunga qualcosa di nuovo al nostro giardino”.
Modificato già varie volte nel corso dei secoli, alla fine dell’Ottocento si decise di ripristinare l’impianto originale del Giardino settecentesco. Ma da allora nulla di nuovo fu fatto.
“Si dovranno fare delle scelte – annuncia Marta Zambon – che spetteranno alla Direzione del parco di concerto con la Sovrintendenza locale”.
Il momento del crollo © Giardino Giusti Verona
[…] A Verona la tempesta ha spazzato via anche il cipresso di Goethe (Il Deutsch Italia, 25 agosto). […]