Nessun poeta tedesco ha creduto mai come Hölderlin nella poesia e nella sua origine divina. Così Stefan Zweig inizia a delineare la figura del grande poeta e filosofo, la sua vita infelice e la sua arte inquieta e sublime. Per Zweig, la vita di Friedrich Hölderlin è contrassegnata dalla lotta con il demone, ovvero con le forze selvagge e primigenie dello Spirito, di fronte alle quali non si può, alla fine, che soccombere. In netta contrapposizione con Goethe, l’artista stratega che conquista il mondo dopo aver raggiunto a fatica il proprio equilibrio personale, diviene il poeta che brucia nella sua opera e che, partendo dal proprio tormento interiore, diventa universale e giunge a sfiorare l’assoluto.
Nato il 20 marzo 1770 a Lauffen am Neckar nel Land del Baden-Württemberg, all’età di 4 anni il poeta dovette lasciare la sua città natale a causa della morte del padre e delle successive nozze della madre con il borgomastro di Nürtingen, dove la famiglia si trasferì. Tuttavia il 20 marzo 2020 vi fece ritorno, e qui trascorse i primi anni della sua infanzia. Fra il 1784 e il 1788 intraprese studi di teologia prima presso i seminari di Denkendorf e Maulbronn, poi all’Università di Tubinga, dove conobbe Hegel e Schelling. Nel 1793 fu abilitato all’esercizio di pastore, carriera a cui lo voleva indirizzare la madre,
ma per motivi ideologici si rifiutò di assumere un simile incarico, rivolgendosi piuttosto alla scrittura e alla carriera accademica. Dopo essere entrato in contatto con Herder, Schiller e Goethe a Jena e nel 1796 a Weimar riprese l’attività di precettore. Successivamente si recò, sempre per tale mansione, a Francoforte sul Meno presso un ricco banchiere, Jakob Friedrich Gontard, della cui moglie Susette s’innamorò e che cantò nelle sue opere con il nome di Diotima. Fu questo uno dei pochi periodi felici della sua vita, ma poi fu colto da continue crisi di coscienza. Sempre più agitato e spesso in stato confusionale si spostò a Homburg vor der Höhe per assumere la carica di bibliotecario; serenità e lucidità torneranno a sprazzi nella sua vita fino alla catarsi completa. Si rifugiò infine nella sua torre a Tubinga, sul Neckar.
Numerosi gli eventi in programma per l’approssimarsi del 250° anniversario della sua nascita, in Germania e in Italia. Mentre Lauffen am Neckar si appresta a celebrare il suo famoso figlio con importanti iniziative, tra cui il ripristino della sua casa-museo in Nordheimer Strasse 5, dove è stata installata una mostra permanente, a Roma invece, presso la casa di Goethe in via del Corso, è prevista per mercoledì 9 ottobre alle ore 19.00, nell’ambito di #NonfarmiMuro, “Settimana Tedesca in Italia”, la presentazione del nuovo volume in lingua italiana “Friedrich Hölderlin, Prose, teatro, lettere” edito da Mondadori per la collana “I Meridiani”. L’opera, a cura di Luigi Reitani, è stata tradotta da Cesare Lievi.
Insieme a “Tutte le liriche”, uscito nella stessa collana nel 2001, sempre a cura di Reitani, il volume presenta per la prima volta in Italia un’edizione pressoché integrale dell’opera del grande scrittore tedesco. Comprende il romanzo “Hyperion” nelle sue diverse versioni, tutti i canovacci e le stesure del dramma “Empedocle”, gli scritti teorici e, infine, l’intero epistolario: 313 lettere di inestimabile valore.
Il germanista, traduttore e critico letterario Luigi Reitani è tra i maggiori studiosi dell’opera di Hölderin. Dal 2015 al 2019 ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura a Berlino. È professore ordinario di Letteratura tedesca presso l’Università di Udine. Moderatrice dell’incontro sarà Gabriella Caramore, scrittrice e conduttrice radiofonica. Il suo libro La Parola Dio è appena uscito presso Einaudi. Nel 2018 ha pubblicato con Il Mulino Croce e Resurrezione (con Maurizio Ciampa). Per la collana “Anemoni” di Marsilio ha curato una scelta dei versi del poeta ungherese Endre Ady (“Il perdono della luna”). Assieme al curatore interverrà il regista, drammaturgo e poeta Cesare Lievi, molto attivo nei Paesi di lingua tedesca, è stato a lungo direttore artistico del Teatro Stabile di Brescia. Oltre a Hölderlin, ha tradotto scritti di Kleist, Goethe e Rilke. Per Marsilio ha pubblicato nel 2015 il romanzo “La sua mente è un labirinto”.
L’evento sarà introdotto dall’ambasciatore tedesco a Roma Viktor Elbling.
Johann Christian Friedrich Hölderlin morì a 73 anni il 7 giugno del 1843. In maggio aveva composto il suo ultimo componimento poetico “La veduta”, scritto con lo speudonimo di Scardanelli.
DIE AUSSICHT
Wenn in die Ferne geht der Menschen wohnend Leben, Daß die Natur ergänzt das Bild der Zeiten, Mit Untertänigkeit |
LA VEDUTA (traduzione di Susanna Mati)
Quando lontano va la dimora della vita, che la natura compia l’immagine dei tempi, Con umiltà |
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