Guida per amare i tedeschi

Record teutonici

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© il Deutsch-Italia
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«Mi dispiace», si scusò, «ma tra questi non ho trovato operai italiani.» Credetti che mi prendesse in giro. Invece era serissimo. I suoi tedeschi, mi spiegò, non erano disposti a far straordinari come i Gastarbeiter. Non mi convinse del tutto: ero ancora un neofita, convinto della superiorità teutonica.

In altra occasione, per un trasloco sempre ad Amburgo, 198 gli scaricatori sono giunti puntuali alle 8, ma avevano dimenticato di chiedere alla polizia il permesso di sosta per il camion. Vanno a procurarselo e tornano alle 9, il momento di sosta per un caffè. Venti minuti abbondanti. Alle 10,30 scocca l’ora dello spuntino. A mezzogiorno si fermano per il pranzo, alle tre per un espresso…

Un quarto di secolo dopo, nuovo trasloco a Berlino. Al momento del contratto, ci accorgiamo che la porta di servizio non si chiude. Promettono di cambiare la serratura. Un mese dopo, quando giungiamo da Bonn la porta è sempre spalancata. Chiamo la società proprietaria dell’alloggio: «La responsabile è in ferie», mi rispondono. Il sostituto? Via, per il pranzo. Quando torna mi avverte che «con i clienti si parla solo il mercoledì». Minaccio di inviare un telegramma, o un fax, in cui li ritengo responsabili di ogni furto nel frattempo. Ciò lo scuote: «Le invio la nuova serratura». Giunge un uomo con un pacchetto in mano e me lo porge. Che cos’è?

«La serratura.» E chi me la monta? Lui alza le spalle e se ne va: gli hanno detto solo di portarmela, mica di montarla. Chiamo la società: «Feierabend», risponde la segreteria telefonica, frase magica, «Serata libera», sono già tutti a casa, alle 15 del venerdì. Passiamo il week-end barricati con le mie casse dei libri contro la porta.

In seguito scopro che in cucina i tubi di scarico della lavabiancheria sono installati al contrario. La cucina è la stanza più vasta, ma il forno è stato montato senza motivo dietro l’unica colonna, e l’interruttore dell’aspiratore è posto a un’altezza che metterebbe in difficoltà anche Magic Johnson, campione di basket.

«Gli artigiani sono una razza in via di estinzione», denuncia il settimanale «Focus». Mancano gli apprendisti, e la «vecchia guardia» batte la fiacca. Non è un male solo tedesco: conosco la battuta di Woody Alien sulla difficoltà di trovare Dio e un idraulico a New York. Il guaio in Germania è che qualche volta lo si trova.

Il commerciante Werner Schlief si è fatto rimettere a posto il bagno: la vasca non è collegata allo scarico e il lavandino è montato storto. «E colpa della parete», si è difeso il responsabile.

Una signora ha chiamato un idraulico per il WC intasato, ed è partita per le ferie, lasciandogli le chiavi e carta bianca. Ha trovato la villetta sconvolta, il giardino tramutato in un percorso di guerra, con trincee a cielo aperto, e disseminato di crateri. E un conto di 28 milioni di lire. Ha fatto causa e l’ha perduta. Doveva sorvegliare i lavori, ha sentenziato il giudice (figlio di un idraulico?), la negligenza era anche sua. In compenso, il WC è sempre intasato. Un’altra ditta l’ha riparato: per solo 10mila marchi, un’altra decina di milioni. Un caso limite? Solo nella mia Berlino i reclami legali contro gli artigiani sono 5mila, al mese.

Non si trova nessuno che voglia fare i cosiddetti «servizi». L’80 per cento, in maggioranza stranieri, li compie al nero. Per guarire la piaga, il ministro del Lavoro, Norbert Bliim, ha proposto di detrarre dalle tasse «per intero» la paga della donna a ore. Ma il «nero» dilaga con un bilancio di 180 miliardi di marchi all’anno. A Berlino, caduto il «muro», sono in funzione duecento cantieri, eppure ci sono muratori disoccupati: i colleghi «illegali» sono almeno 10mila. Una retata è stata compiuta anche nel cantiere del Bundestag e vi hanno trovato 36 operai al «nero». Gli edili «al nero» in tutto il Paese sono mezzo milione.

Sembra infine che l’attività principale degli impiegati siano le molestie sessuali (anche di lei a danno di lui), e il cosiddetto mobbing, cioè la persecuzione dei capufficio e dei compagni contro un collega, eletto a pecora nera.

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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