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Che c’entra Putin con il formaggio olandese?

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Il formaggio Gouda
Il formaggio Gouda
Vladimir Putin © Kremlin.ru

Vladimir Putin © Kremlin.ru

Sono stato hackerato, ma non credo che sia stata colpa di Putin. Mi hanno bloccato il mio vecchio laptop mentre scrivevo un articolo. Avrei dovuto pagare un riscatto di mille euro, ma rivelando i miei dati in banca. Sono sprovveduto, non fino a questo punto. Ho perso tre giorni di lavoro, e ho dovuto comprare un nuovo computer portatile, cosa che avrei dovuto fare da tempo. I cyber pirati hanno hackerato il sistema sanitario del Lazio provocando il caos. Colpa di Putin, che ha risposto con una risata, o dei cinesi.

Ma gli scudi dei computer pubblici nel Lazio sono obsoleti. Risalgono al 2008. Di recente ho cambiato casa a Roma, e per pagare la tassa della spazzatura sono andato all’ufficio comunale, dato che il sito online non prevedeva il mio caso: come residente all’estero per dieci o undici mesi all’anno, non avrei avuto diritto a uno sconto? No, mi ha risposto l’impiegato. Poi ha aggiunto: la strada dove lei ha traslocato non esiste. Ma il suo computer era un residuato tenuto insieme con il nastro adesivo. Per un ragazzino sarebbe stato un giochetto entrare nel sistema di raccolta della spazzatura, che non ha bisogno di essere sconvolto.

Gli hacker russi allo stesso tempo hanno messo in crisi l’Olanda, e i direttori delle tre società di sicurezza hanno chiesto l’intervento urgente del Governo, per evitare un disastro nazionale. Nel 2018, gli olandesi avevano già espulso quattro spie di Mosca che stavano violando il sistema di controllo delle armi chimiche. Verosimile, ma perché Putin a Pasqua avrebbe ordinato ai suoi hacker di sconvolgere il sistema di distribuzione in Olanda?

È venuto a mancare negli scaffali il gouda, il formaggio nazionale, di cui gli olandesi sono golosi. I pirati hanno bloccato i computer della società Bakker che con 600 camion rifornisce negozi e supermarket del Paese. Toon Verhoeven, il direttore della Backer, ha spiegato: «Non sapevamo più quali clienti rifornire. I nostri lager sono giganteschi, non possiamo trovare la merce richiesta da un negozio, senza essere guidati da un computer». Ancora i russi? Nessuno ha chiesto un riscatto come a me o alla Regione Lazio. Sarà stato lo scherzo di un ragazzino? O Putin, come un bullo, si diverte per farci capire che un domani potrebbe fare sul serio.

Robert Habeck, Parteichef Bündnis 90 / Die Grünen, Berlin

I servizi segreti tedeschi sono in allarme. Si teme che il Cremlino possa manipolare le prossime elezioni (il 26 settembre), come avrebbe fatto per far eleggere Donald Trump al posto di Hillary Clinton, comunque poco amata dagli elettori americani. Ma chi vorrebbe Putin come Cancelliere al posto di Angela Merkel, con cui poteva litigare a piacere in russo o in tedesco? La verde Annalena Baerbock non lo ama, e il suo collega Robert Habeck vorrebbe fornire all’Ucraina armi difensive. Ma quali sarebbero? Il cristianodemocratico Armin Laschet critica la Russia, anche se le sanzioni danneggiano le industrie del suo Land, la Renania settentrionale-Westfalia. Rimane il socialdemocratico Olaf Scholz, il più amichevole nei confronti di Mosca, ma neanche gli hacker riuscirebbero a far vincere il suo partito.

I tedeschi si preoccupano piuttosto dello spionaggio industriale (più cinese che russo), sempre più aggressivo e pericoloso. Secondo un sondaggio, pubblicato dalla “Wirtschafts Woche”, il settimanale economico, quasi nove imprese su dieci (l’88 per cento) hanno subito un attacco degli hacker tra il 2020 e quest’anno. Il danno stimato si aggira sui 220miliardi di euro. Tra il 2018 e il 2019, le imprese coinvolte erano il 58 per cento, e il danno era stato di 103miliardi. L’aumento sarebbe stato facilitato dalla pandemia, e dall’home working. Il 29 per cento delle aziende danneggiate o minacciate ha aumentato notevolmente gli investimenti per la sicurezza. Il 39 per cento è deciso a spendere di più nell’immediato futuro. Colpa di Putin o di Pechino? Nel 40 per cento dei casi gli hacker sarebbero dei dilettanti, nel 29 per cento della criminalità organizzata. Un adolescente riuscì a violare il sistema del Pentagono, per i suoi coetanei è facile violare i computer di un’impresa come la Daimler o di una banca. Senza fini di lucro, solo per divertirsi.

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© per gentile concessione di ItaliaOggi

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Roberto Giardina, dal 1986 in Germania, è corrispondente per il QN (Giorno-Resto del Carlino- La Nazione) e Italia Oggi. Autore di diversi romanzi e saggi, tradotti in francese, spagnolo, tedesco. In Germania è uscito "Guida per amare i tedeschi", "Anleitung die Deutschen zu lieben" (Argon e Goldmann), "Complotto Reale" (Bertelsmann), "In difesa delle donne rosse" (Argon), "Hundert Zeilen", "Berlin liegt am Mittelmeer" (Avinus Verlag), "Pfiff", romanzo sulla Torino degli Anni Sessanta e la rivolta operaia di Piazza Statuto; "Attraverso la Francia, per non dimenticare il Belgio"; "Lebst du bei den Bösen?", "vivi tra i cattivi, la Germania spiegata a mia nipote"; e recentemente "Il Muro di Berlino. 1961-1989".

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